“Con le mie vignette gioco un po’ con il Vangelo e la vita di fede – prendendo spunti anche dalla cronaca – ma non mi prendo gioco di loro… Anzi, mi piace scoprire ogni giorno la potenza di gioia che c’è dentro ogni singola parola di Gesù. Don Giovanni Berti, in arte Gioba, prete da 27 anni, parroco a Moniga del Garda (diocesi di Verona), è conosciuto in tutta Italia per le sue vignette che, prendendo spunto soprattutto dalla Bibbia e dalla sua esperienza pastorale, trasmettono un volto sereno e positivo della fede cristiana. Non mancano spunti per riflettere sull’attualità, come sta accadendo in questi giorni tribolati.
Don Giovanni cura il blog gioba.it e con il suo volume “Nella vignetta del Signore” ha girato la Penisola… finché lo stop per il Covid-19 glielo ha impedito. Proprio in queste ore si ragiona sul senso del sorridere mediante le vignette mentre divampa la polemica attorno a una matita di fama nazionale che ha messo nero su bianco un disegno con la scritta “Basta coronavirus… ridateci l’Aids!”.
Lo stesso Gioba sta dedicando una parte del suo lavoro al coronavirus e regala al Sir alcune sue vignette sull’argomento.
Don Giovanni, Papa Francesco insiste sul fatto che il sorriso debba caratterizzare il volto e lo “stile” dei cristiani. Lei, in questo senso, sembra aver anticipato persino Bergoglio… Da quando e perché racconta il Vangelo con le vignette?
Credo che Papa Francesco abbia da sempre la convinzione che il sorriso caratterizza il volto e lo stile del cristiano, anche prima di diventare pontefice. Non penso di averlo anticipato, anche se è vero che da molti anni disegno vignette a sfondo religioso, prendendo ispirazione dal Vangelo e dalla vita cristiana. All’inizio del 2007 ho creato il mio blog personale per poter condividere in modo più diffuso le mie vignette, e nell’era di internet un sito che ad oggi ha 13 anni è davvero una grande cosa. Ho iniziato al liceo a mettere sotto forma di caricatura e vignetta quel che succedeva a scuola, in modo particolare tutto quel che riguardava i professori. Lo facevo non su un supporto digitale, ma sul mio diario di carta che poi girava tra i compagni e talvolta tra le classi, una specie di antenato dei social network. Poi in seminario, dove ho iniziato il percorso a 19 anni, mettevo in modo ironico su fogli quel che accadeva nella vita di comunità. La vita del seminario, che al di fuori può apparire compassata e severa, in realtà riserva molte situazioni divertenti. Diventato prete nel 1993 e con l’avvento di internet ho iniziato in parrocchia a fare vignette sui passi del Vangelo e sulla vita della Chiesa, sempre con il desiderio di sorridere per pensare e pensare sorridendo. È un po’ il mio stile in tutto, non solo nel disegno.
Nel Vangelo si trovano versetti sorprendenti, parabole spiazzanti, atteggiamenti di Gesù “fuori dal comune”: le Scritture sono dunque fonte di ispirazione per Gioba?
Il Vangelo è una scuola sorprendente di “sguardo nuovo” sulla vita. Il Vangelo insegna a guardare Dio in modo diverso e anche il fratello e la sorella, il mondo e anche se stessi. Gesù continuamente spiazzava i suoi ribaltando i loro pensieri e scardinando i cuori. Gesù non era uno “superficiale” ma voleva entrare dentro le situazioni di vita delle persone. Forse il testo più sorprendente che riassume il pensiero e l’azione di Gesù sono le Beatitudini. Sono il manifesto della felicità anche nelle situazioni apparentemente infelici e perdenti. Sono un invito alla gioia di vivere! Penso che sia un po’ questo anche il mondo dell’ironia, che obbliga ad avere uno sguardo alternativo sulle cose, che porta a guardare gli altri e se stessi in modo nuovo arrivando a sorridere delle proprie chiusure e difetti e spinge a superarli e a impostare una vita beata.
Come nasce una vignetta? Quanto tempo occorre per trasformare una intuizione, un’idea, in un disegno divertente che faccia riflettere?
Le vignette nascono… quando nascono. All’intuizione non si comanda, come all’amore. Io tento sempre di leggere e meditare una pagina del Vangelo cercando un messaggio profondo che mi tocchi particolarmente, non in senso astratto ma legato a quel che vivo in quel momento, a quello che in quel momento sta succedendo attorno a me e nel mondo. A volte un episodio del Vangelo (o anche di altre parti della Scrittura o una pagina di giornale) mi fanno venire in mente una situazione buffa o paradossale, e talvolta dietro a questo poi scopro un messaggio ben più serio della battuta in sé. Per fare un esempio, il classico episodio dell’Annunciazione a Maria, che nell’arte è stato rappresentato in mille modi diversi, può essere fonte di ispirazione per tante situazioni buffe che però poi comunicano qualcosa. E così mi viene in mente che Maria forse oggi invece che dall’angelo avrebbe ricevuto un messaggio whatsapp da parte di Dio e avrebbe risposto con degli emoticon per dire “sì”. Forse è un po’ buffo e magari appare irrispettoso, ma in realtà bisogna ricordare che Dio è prima di tutto comunicazione e non ci sono vie per le quali Egli non possa raggiungere l’uomo.
Lei ha affermato che “l’ironia ha il potere di smontare l’oggetto e ricomporre l’insieme”. Cosa significa?
L’ironia è un punto di vista diverso sulla realtà a cominciare da se stessi per arrivare anche a chi sta in alto, al potere. L’ironia non vuole togliere valore alle persone e alle cose, ma le vede con occhio alternativo scovando difetti o pregi nascosti. L’ironia amplifica un elemento e ci gioca un po’, con lo scopo di far prevalere in ogni situazione l’aspetto sereno e allegro della vita. Mi viene in mente una frase famosa di don Bosco: “gioire e fare il bene”. Senza un po’ di gioia e allegria fare il bene è difficile. Anche in questi tempi difficili, dove alziamo comprensibili muri di paure e di ansietà, penso che l’ironia serva per rimetterci in contatto reciprocamente con un sorriso, ‘smontando’ le paure e guardandole dal di dentro per depotenziarle. Non rido delle paure, perché sono una cosa seria, ma cerco di vedere la causa in modo diverso per combatterla.
Pensa che in Cielo ci sia qualche muso lungo per le sue caricature?
Ehm… basta che non sia del Signore, è lui che alla fine comanda e regola gli ingressi. Ma sono sicuro che il più grande nell’Universo ad avere senso dell’humor sia proprio Dio!