Sono le sette di sera. Siamo nella chiesa delle Santissime Stimmate di San Francesco, a Torre Argentina nel cuore di Roma. C’è un movimento discreto e silenzioso. Arrivano gli ospiti del dormitorio. Incontriamo un signore elegante. Ci invita a sedere sulla panca dove dorme. Stefano, originario di Napoli, ha 65 anni. È un ex dirigente della Siemens. “Dieci anni fa, a causa di una grave malattia di mio padre – racconta al Sir – decisi di lasciare la multinazionale tedesca e di prendere in mano l’azienda di famiglia in forte crisi. In breve tempo mi ritrovai sommerso dai debiti. E fu così che la strada divenne la mia casa”. Scelse Roma, “perché la vergogna di aver perso tutto era troppo forte”. Oggi il suo sogno è di tornare “l’uomo di una volta”, grazie all’aiuto dei volontari del progetto “Chiesa 24h. Ospedale da campo”, nato cinque anni fa in Spagna su iniziativa di padre Ángel García Rodríguez, presidente dell’Associazione messaggeri della pace, per rispondere al desiderio del Papa che “la casa di Dio abbia sempre le porte aperte perché cammina in mezzo ai popoli”.
La chiesa delle Stimmate è infatti l’unica in Italia e la terza in Europa dopo Madrid e Barcellona, dove i poveri e i senza tetto possono trovare accoglienza e sostegno a qualsiasi ora del giorno e della notte.
Alvaro Suarez Medina, direttore del progetto romano, spiega come l’iniziativa nasca da una lunga fase di riflessione e dialogo che ha portato la diocesi del Papa, in collaborazione con la congregazione dei Missionari di Maria e i Messaggeri della pace, alla decisione di aprire una chiesa con le stesse caratteristiche di quella di Sant’Antonio Abate a Madrid, “che in brevissimo tempo è diventata simbolo di carità”. “In Spagna il numero dei servizi è cresciuto rapidamente e anche a Roma, puntiamo a dare una risposta sempre più articolata a chi ha bisogno”, afferma Alvaro Suarez Medina parlando della realtà di Madrid, dove viene offerta assistenza diurna a circa centocinquanta persone, con prima colazione e pranzo. Mentre la sera viene dato un alloggio a una quarantina di ospiti. Non solo, aggiunge: “Possono entrare con i loro animali, usufruire di una rete wifi, di assistenza giuridica, sociale, e partecipare ad attività ricreative che consentono di avvicinare alla cultura persone tradizionalmente emarginate”.
Il direttore fa poi notare che oggi nel mondo ci sono altre quattro “chiese-ospedali da campo”: in America Latina, Stati Uniti, Messico e Colombia. La proposta è la stessa, precisa, “ma cambiano i servizi a seconda dei contesti sociali dei diversi Paesi”.
Il progetto romano, che coinvolge un gruppo di 30 volontari, animato da membri dell’Associazione spagnola e da altre 8 Congregazioni religiose e laiche, offre diversi servizi: ascolto, assistenza medica, supporto psicologico, un professore di italiano per chi ha difficoltà di lingua.
“Siamo solo all’inizio – dichiara suor Maria Concetta Gaudioso, francescana alcantarina, delegata per la diocesi di Roma al progetto –. L’idea sarebbe di coinvolgere altre realtà caritative per cercare di dare un sostegno sempre più efficace a chi è nel bisogno, con percorsi di reinserimento sociale”. Al momento, dice, “abbiamo aperto un dormitorio per rispondere all’emergenza freddo. Ospitiamo 35 persone senza tetto che possono usufruire dei locali messi a disposizione, dalle 18.00 alle 7.00 del mattino. Durante questo tempo hanno l’opportunità di fare una doccia, di lavare i propri abiti e di avere un pasto caldo”.
“Un piccolo seme che sta maturando”,
commenta suor Gaudioso nell’osservare come spesso “vi sia una difficoltà nell’accogliere il povero, che con le sue richieste fa paura”. “Non dobbiamo però chiudere i nostri cuori – ammonisce – ma anzi andare avanti, senza perdere la semplicità del servizio. Perché un povero accolto con spontaneità può essere una persona salvata, che riesce ad uscire da una situazione di disagio e vulnerabilità”.
Padre Giovanni Cerri, rettore delle Stimmate, sottolinea inoltre come sia possibile
trovare in questo luogo “un’oasi di preghiera e di silenzio”, dove gli ospiti “hanno la possibilità di prendere i sacramenti”.
E conclude dichiarando: “la collaborazione con la realtà di Madrid è un’occasione di arricchimento, dove le forze e i diversi stili di evangelizzazione si uniscono per dire ‘si’ alla vita”.
In occasione della Giornata mondiale della giustizia sociale, che si celebra il 18 febbraio, i Messaggeri della pace, hanno inaugurato a Trastevere, la Casa del volontariato, che oltre ad ospitare nove volontari provenienti dagli 80 Paesi in cui l’Associazione è presente, sarà anche centro di riferimento per la formazione specializzata di tutti coloro che vorranno offrire il proprio servizio nella “chiesa-ospedale da campo”.