Carenze affettive in giovane età, convivenze prematrimoniali, condizionamenti psicologici: sarebbero queste tra le principali motivazioni alle base delle dichiarazioni di nullità matrimoniali. È quanto affermato oggi da mons. Paolo Rigon, vicario giudiziale del Tribunale ecclesiastico ligure, nella relazione che ha svolto stamani in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario del tribunale ecclesiastico che si è svolta alla presenza del cardinale arcivescovo di Genova Angelo Bagnasco. “La maggior parte delle cause di nullità presentate riguardano i problemi di carattere psichico, neurologico o di grave immaturità che richiedono sempre il parere qualificato di un perito”, ha affermato mons. Rigon che ha aggiunto come “i periti in materia psichiatrica, neurologica e psicologica svolgono un lavoro fondamentale e importante nelle cause che richiedono il loro intervento professionale. Tali cause si stanno particolarmente moltiplicando in considerazione della realtà frenetica, talora nevrotica, a volte schizofrenica e comunque assai disordinata e superficiale che molta, anzi troppa, gente vive oggi nel quotidiano”.
Parlando delle motivazioni che possono determinare una dichiarazione di nullità, il vicario giudiziale ha affermato che “la carenza di affetto in un bambino, in un adolescente e in un giovane spinge la volontà a cercare, spesso spasmodicamente, quell’amore che è mancato”, altre cause sono “la separazione dei genitori o il clima litigioso aggressivo e di non amore fra i genitori”. Per il sacerdote genovese, infatti, “è illusorio pensare e credere che, anche se non si ama il proprio coniuge, l’importante è volere bene ai figli” perché “il figlio che cresce ha bisogno del modello genitoriale” e “il presunto amore separato dei due genitori è lacerante nel figlio che cresce”.
Altre motivazioni ancora che possono arrivare a far dichiarare nullo un matrimonio sono “i condizionamenti che sgorgano dalle stesse scelte fatte in modo immaturo in tempi sbagliati”, come i casi di “due giovani che iniziano un rapporto affettivo in troppo giovane età”. Vi è poi “la decisione spesso affrettata e avventata di mettersi a convivere anche con l’idea di sposarsi ma allo scopo di provare e sperimentare l’unione fra i due forse non proprio ideale”. Ma, ha detto mons. Rigon, iniziare una convivenza di prova “non ha senso se già si nutrono dubbi o timori di insuccesso, molto meglio troncare subito senza avventurarsi in una convivenza che di natura sua è condizionante”. Tanto più che, “a livello statistico, le nostre cause di nullità di matrimonio hanno avuto al 90 per cento un’esperienza di convivenza prenuziale”. Infine, altra motivazione di nullità è la volontà di “non dare un dispiacere ai propri genitori” o, ancora, carenze affettive infantili che “fanno sì che uno dei due trovi nella famiglia dell’altro quello che non ha mai avuto nella propria”.