“La vita ha un suo calendario scandito da giorni, mesi e anni”, ed anche l’amore ha un suo “calendario” con le sue “stagioni”: “la cotta adolescenziale, l’innamoramento, l’amore”. Mons. Giuseppe Marciante, vescovo di Cefalù, scrive una lettera agli innamorati nel giorno di San Valentino. Il presule evoca i suoi anni da parroco a Roma: “Diverse volte mi sono fermato a osservare l’infinito numero dei lucchetti collocati sul ponte Milvio. Ogni lucchetto appeso era simbolo dell’amore eterno”. “A quei lucchetti – prosegue – ho legato ‘il sogno-bisogno’ degli innamorati di sicurezza, di fedeltà. Di amore eterno. La festa degli innamorati, pertanto, ci sia da faro nel non assolutizzare qualche scenario apocalittico che definisce i nostri giovani ‘generazione sdraiata’ o ‘del tutto iniziato e niente concluso'”. Questa lettera “è per tutti gli innamorati che credono nell’amore eterno. Di voi, di ‘noi’ si parla nel Cantico dei Cantici, uno dei libri più belli della nostra Bibbia. L’autore del Cantico mette sulle labbra dell’amato il termine ‘giardino’ per esprimere l’intimità segreta della sua compagna. ‘Giardino chiuso tu sei’ (Ct 4,12). Più avanti questo giardino sarà anche il luogo dello stupore, della meraviglia. Vi sarà il miracolo dei germogli. Dello sbocciare tipico della primavera. Addirittura gli innamorati arriveranno a vedere nella fioritura degli alberi del giardino quella del loro amore”. “La Parola di Dio – conclude il vescovo – ci insegna che ogni coppia è un giardino. Per essere sempre bello un giardino ha bisogno di essere costantemente coltivato”.