(Strasburgo) “Il bilancio pluriennale non è un trasferimento di soldi a entità astratte, ma serve agli Stati membri per aumentare le loro capacità” di azione e di risposta ai bisogni dei cittadini. È uno degli argomenti sollevati da David Sassoli, presidente dell’Europarlamento, nell’illustrare la posizione assunta dai deputati oggi a Strasburgo in vista della definizione del Quadro finanziario pluriennale 2021-2027. Sassoli ha aggiunto: “Occorre avviare una discussione sulle risorse proprie dell’Ue. Il negoziato su Qfp e risorse proprie deve correre parallelamente”. Sassoli si è detto, a questo proposito, favorevole alla Web Tax e alla Carbon Tax, mentre sulla tassa che graverebbe sulla plastica si è detto contrario, nel senso che l’utilizzo complessivo della plastica dovrà ridursi nei prossimi anni. Il presidente ha poi ribadito un deciso “no a tagli ai programmi Ue”; “avremmo semmai bisogno di più risorse per sviluppare politiche che consentano di accorciare le distanze, aiutare i nostri cittadini più deboli e i territori” che scontano un ritardo nello sviluppo. “Se ad esempio si dovessero tagliare i programmi della coesione, come potremmo accorciare queste distanze?”. Inoltre, per Sassoli il bilancio pluriennale deve sostenere la Politica agricola comune, deve “triplicare i fondi per Erasmus+” e fornire risorse necessarie per il Green Deal proposto dalla Commissione europea.
Il presidente ha insistito: “Il dibattito deve svilupparsi attorno alla crescita, alla lotta contro le disuguaglianze e allo sviluppo dei programmi per l’ambiente e il contrasto al cambiamento climatico”. “C’è molta attenzione nel mondo su come l’Europa svilupperà la propria leadership nella lotta ai cambiamenti climatici: a livello internazionale tutti gli attori ci stanno guardando”. Ma questo “non potrà avvenire creando disuguaglianze. Ecco perché il fondo per la transizione giusta dev’essere finanziato in maniera consistente. Vogliamo riconvertire le nostre aziende, non vogliamo perdere posti di lavoro”. Infine: “Quali sfide attuali potrebbero essere affrontate dai singoli Stati? Nessuna. Basti pensare a sicurezza, economia, energia, migrazioni… Per questo serve un’Europa più forte e dotata di risorse adeguate”.