(Londra) “Ci siamo posti un obiettivo davvero ambizioso per rispondere alla crisi urgente provocata dall’emergenza ambientale. Introdurre nelle nostre parrocchie e diocesi un nuovo sistema di controllo dell’energia, simile a quello usato nelle abitazioni civili, per monitorare l’impronta di carbonio di circa 40mila edifici con l’obiettivo di raggiungere zero emissioni di Co2 al più tardi entro il 2030”. Così il vescovo anglicano di Norwich, Graham Usher, portavoce della Chiesa di Inghilterra, in materia di ambiente, commenta la decisione del sinodo generale, riunito fino a domani nella sede londinese di Church house, di porsi come impegno lo “zero carbon” in ciascuna delle proprie chiese. “La sfida più difficile sarà dotare i nostri edifici di energia rinnovabile, isolandoli meglio, così da evitare dispersioni di calore”, spiega ancora il vescovo Usher. “Nella mia diocesi di Norwich, che è molto rurale, vi sono circa cinquecento chiese medioevali, protette dal ministero per la conservazione dei beni culturali, ed è molto complicato riconvertirle così che possano essere riscaldate senza che venga danneggiato l’ambiente”. “D’altra parte è indispensabile dare il buon esempio”, continua il vescovo, “come ci incoraggia a fare Papa Francesco nella sua enciclica Laudato si’ che ci presenta una visione profetica, piena di speranza di come dovremmo curare il Creato e far rinascere sentimenti di meraviglia e gratitudine per la natura”.