Incontro Cei sul Mediterraneo: mons. Raspanti, a Bari “ore e ore di dialogo e ascolto”. “Lo scopo è dare un contributo alla fraternità, all’amicizia”

(Foto Siciliani-Gennari/SIR)

Ascolto e dialogo. Si svolgeranno con questo “stile” di collegialità tra vescovi i lavori che riuniranno a Bari dal 19 al 23 febbraio i rappresentanti delle Conferenze episcopali dei 19 Paesi che si affacciano sul Mediterraneo. “Il punto di fondo è un dialogo tra vescovi, non un convegno”, ha spiegato questa mattina mons. Antonino Raspanti, vescovo di Acireale e vice-presidente della Cei, presentando in conferenza stampa l’evento. Ai vescovi sarà di volta in volta presentato un tema da un esperto che avrà a disposizione 25 minuti. Poi seguiranno “ore e ore di dialogo”, ha precisato Raspanti, “prima divisi in tavoli, poi in maniera assembleare e poi sinodalmente per definire insieme un testo unico che sarà dibattuto sabato mattina e su cui speriamo di convergere per poi offrirlo al Papa domenica mattina”. “Oltre alle singole problematiche che anche i governi e le Ong mettono in evidenza” come “gli squilibri, le ingiustizie, i soprusi, i giovani, le migrazioni, la pace, le guerre”, quello che sta a cuore dei vescovi è la visione del Mediterraneo in relazione alla rivelazione cristiana. “Cosa vuole Dio dal Mediterraneo? Riusciamo noi vescovi ad interpretare una possibile volontà di Dio su questi popoli?”. Sono queste, sostanzialmente, le domande che muoveranno il dibattito delle giornate di Bari. “Sarà un’opera di discernimento, tipico di un esercizio di collegialità dei vescovi che sarà sottoposto al giudizio del Santo Padre”, spiega Raspanti. “Questa è la più grande sfida, non c’è una visione preconfezionata”. Ma la volontà di camminare “in maniera unitaria” per rafforzare “la nostra presenza cristiana in questo mare. Lo scopo è: dare un contributo alla pace, alla fraternità, all’amicizia”.

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