“Nelle situazioni estreme, nella malattia e nella sofferenza emergono sempre le domande essenziali dell’uomo. È un richiamo esistenziale forte che ci invita a recuperare il sentimento di precarietà che appartiene alla vita di tutti e di ciascuno. Tentare di dare una risposta a queste domande è apertura profonda al sentimento di prossimità, che, anche quando non trova risposte immediate e risolutorie, fa esperienza intima di quella carità e disponibilità, che si fa conforto e generosa compagnia nella sofferenza”. Così ieri il vescovo di Caltagirone, mons. Calogero Peri, in occasione della Giornata mondiale del malato. Il presule ha visitato gli ammalati dell’Ospedale Gravina di Caltagirone e dell’Hospice di via Circonvallazione nella mattina, nel pomeriggio ha celebrato la messa in cattedrale.
Durante la celebrazione eucaristica, il vescovo si è soffermato sulla necessità di “collocare nelle mani di Dio questi ‘matrimoni di dolore'”: “È gesto meritorio – ha aggiunto – per indicare la strada e imparare le parole che possono illuminane i tornanti problematici della nostra vita e della nostra storia, che sovente è tentata di sottrarsi alle urgenze più problematiche e di lasciarsi sopraffare dalle emergenze più drammatiche. L’incontro con Cristo e la sua ‘obbedienza’, anche nella umana condizione sofferente dell’uomo, indicano una via sempre possibile di guarigione, se non fisica, morale e spirituale dell’uomo”.