È “il progresso e la nuova condizione che si sta realizzando e si profila sempre maggiore a imporre un recupero di profilo di umanità e di rapporto con l’etica per quanto riguarda l’economia. Perché la creatività richiesta dalle nuove condizioni in cui si esplicano le attività economiche comporta naturalmente questo recupero. E ascoltare che questo recupero è frutto dei tempi che si annunciano è comportante e quindi consente di guardare al futuro con fiducia”. Lo ha affermato il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, intervenendo stamattina alla cerimonia di inaugurazione dell’anno accademico 2019/2020 dell’Università degli Studi di Teramo.
“Un ateneo – ha sottolineato il Capo dello Stato – che ha specifiche caratteristiche che gli conferiscono un ruolo nel panorama accademico del nostro Paese”, una “comunità aperta e inclusiva” con “attitudine alla collaborazione internazionale”. E ne ha sottolineato la “passione” come “elemento indispensabile per l’impegno che si spiega”.
Richiamandosi ai discorsi pronunciati nella cerimonia, Mattarella ha poi evideniato “l’importanza della cultura come elemento essenziale della democrazia. Questa – ha proseguito – vacillerebbe se la cultura venisse a mancare”. Tra i temi a cui ha fatto accenno il presidente anche quelli della solidarietà, del valore della ricerca, delle pari opportunità tra i generi. E ha ricordato, come anche fatto in precedenza, l’esempio di Antonio Megalizzi.
Dopo essersi soffermato sul “rapporto indispensabile tra università e società in cui essa è inserita”, Mattarella ha commentato “la citazione di Coluccio Salutati – quella di non chiudersi nella solitudine, di non rifugiarsi nella solitudine propria” che “è una sorta di messaggio a evitare chiusure dei propri confini personali, locali, nazionali, culturali che è prezioso nel momento che attraversiamo, in tutta la comunità internazionale”. E, sull’alternativa tra economia civile e economia politica, ha notato che quest’ultima “per una lunghissima stagione ha perso sovente il rapporto con l’etica”, “condizione contrassegnata dal primato della redditività” e dalla “logica dell’azionista che pensa soltanto al profitto, con qualche eccezione” cui si è “aggiunta la logica del manager che pensa al successo professionale, anche in competizione con gli altri manager”. “Tutto questo è stato dominante, da qualche tempo è stato posto in crisi anche dalle riflessioni di alcune guide, di alcuni leader di grandi gruppi finanziari che si resero conto di come questo abbia creato problemi in realtà all’equilibrio complessivo, anche economico”.