“Grazie a tutti coloro che hanno partecipato alle elezioni per la loro disponibilità a offrire leadership e servizio. Congratulazioni agli eletti. Possano lavorare con uno scopo comune e impegnarsi per tutti i settori della società, in particolare per i più emarginati”. È questo l’augurio che l’arcivescovo di Armagh, mons. Eamon Martin, presidente dei vescovi irlandesi, formula oggi via Twitter a tutti i politici che hanno partecipato alle elezioni. Sabato scorso, 8 febbraio, in Irlanda ci sono state le elezioni anticipate generali. Sebbene la maggioranza assoluta dei seggi resta lontana e verosimilmente non andrà al governo, dai primi risultati non ancora definitivi, emerge che lo Sinn Fein guidato da Mary Lou McDonald è in testa a sorpresa con il 24,5% dei voti. Per lo Sinn Fein è il miglior risultato della sua storia ed avrebbe conquistato 29 seggi. Appaiati al secondo posto con il 22,2% il partito di centrodestra Fine Gael del premier uscente Leo Varadkar ed il partito di opposizione Fianna Fail. I Verdi si sono classificati quarti con il 7,1% dei voti. Sinn Fein è il partito della sinistra nazionalista ed è conosciuto come il braccio ideologico della guerriglia della disciolta Ira all’epoca sanguinosa dei “Troubles”. A 20 anni dagli accordi di pace del Venerdì Santo 1998, e dopo essere già stato ampiamente sdoganato come realtà di governo locale a Belfast, lo Sinn Fein realizza alle urne anche nella Repubblica l’avanzata che gli ultimi sondaggi gli avevano pronosticato.
https://twitter.com/ArchbishopEamon/status/1226563580209876992
Il presidente dei vescovi oggi ricorda ai politici eletti quanto detto tempo fa da papa Francesco: “ogni uomo e ogni donna che assume responsabilità di governo deve porsi queste due domande: io amo il mio popolo per servirlo meglio? E sono umile da sentire le opinioni degli altri per scegliere la migliore strada?”. E conclude invitando i fedeli cattolici del Paese a pregare per i politici. Alla vigila delle elezioni, la conferenza episcopale aveva affidato al vescovo Alan McGuckian, presidente del Consiglio Giustizia e pace, il compito di elencare una lista di 4 priorità: politiche abitative eque; cura per l’ambiente; uso di un linguaggio di tolleranza nella società e politiche per i giovani. Sebbene la Chiesa cattolica non ha sostenuto né si è allineata con nessun partito politico, i vescovi hanno sentito la necessità di sottolineare le questioni di giustizia sociale e riguardo alla Brexit, avevano esortato i politici della Repubblica di Irlanda a “rimanere impegnati nel processo di pace in Irlanda del Nord e mantenere relazioni positive con i nostri vicini nel Regno Unito e in Europa”.