A dicembre 2019 si stima che l’indice destagionalizzato della produzione industriale diminuisca del 2,7% rispetto a novembre, mentre per l’indice corretto per gli effetti di calendario si stima una flessione, in termini tendenziali, del 4,3%. Lo rende noto oggi l’Istat diffondendo i dati sulla “Produzione industriale” a dicembre 2019.
“Nel complesso del 2019 la produzione industriale ha mostrato una diminuzione rispetto all’anno precedente, la prima dal 2014”, spiega l’Istat, aggiungendo che “tra i principali raggruppamenti di industrie, la flessione è stata più marcata per i beni intermedi, meno forte per i beni strumentali. Un lieve incremento ha caratterizzato, d’altra parte, la produzione di beni di consumo e di energia”.
L’indice destagionalizzato mensile mostra marcate diminuzioni congiunturali in tutti i comparti; pertanto variazioni negative segnano i beni intermedi (-2,8%), l’energia e i beni di consumo (-2,5% per entrambi i raggruppamenti) e i beni strumentali (-2,3%).
“Corretto per gli effetti di calendario, a dicembre 2019 – prosegue l’Istituto nazionale di statistica – l’indice complessivo è diminuito in termini tendenziali del 4,3% (i giorni lavorativi sono stati 20 contro i 19 di dicembre 2018). Nella media del 2019 la produzione è diminuita dell’1,3% sia in termini grezzi che al netto degli effetti di calendario (nell’anno 2019 i giorni lavorativi sono stati gli stessi del 2018)”.
Stando ai dati diffusi, nel complesso del quarto trimestre il livello della produzione registra una flessione dell’1,4% rispetto ai tre mesi precedenti. “Considerando l’evoluzione congiunturale dello scorso anno, si è registrato – nota l’Istat – un aumento solo nel primo trimestre (al netto dei fattori stagionali), mentre nei successivi si sono avute continue flessioni, con un calo più marcato negli ultimi tre mesi dell’anno”.
Su base tendenziale e al netto degli effetti di calendario, a dicembre 2019 si registrano accentuate diminuzioni per i beni intermedi (-6,6%), l’energia (-6,0%) e i beni strumentali (-4,7%); un decremento più contenuto si osserva per i beni di consumo (-0,8%).
I soli settori di attività economica che registrano incrementi tendenziali sono la fabbricazione di computer, prodotti di elettronica e ottica (+5,3%), l’industria alimentare, bevande e tabacco (+2,9%) e le altre industrie (+1,1%). Tra i rimanenti settori le maggiori flessioni si registrano nelle industrie (-10,4%), nella fabbricazione di coke e prodotti petroliferi raffinati (-9,3%) e nella fabbricazione di macchinari e attrezzature n.c.a. (-7,7%).