(Padova) “Patrono presso Dio dei malati italiani colpiti da tumore”: è il titolo che la Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti ha ufficialmente riconosciuto a san Leopoldo Mandic. L’annuncio è stato dato stamattina alla chiesa padovana e italiana, a ridosso della Giornata mondiale del malato (11 febbraio), da mons. Claudio Cipolla, vescovo di Padova.
Il padre cappuccino, morto di tumore nel 1942, fu santificato nel 1983 da Giovanni Paolo II che lo additò come modello dei confessori; il suo corpo fu esposto a Roma nel 2016, assieme a quello di S. Pio da Pietrelcina, durante il Giubileo della Misericordia. Riposa a Padova nel convento dove visse gran parte della sua esistenza.
“La nostra Chiesa – ha detto il vescovo Cipolla – accoglie con gioia questa notizia. Proprio ieri il presidente Mattarella ha inaugurato l’anno in cui Padova è capitale europea del volontariato. È stato sottolineato il tanto che l’uomo può fare per il progresso e il bene comune. Tutto questo non deve però far pensare che bastiamo a noi stessi: abbiamo un limite, la nostra stessa salute partecipa dei limiti dell’essere creature. Indicandoci un patrono la Chiesa ci dice che l’uomo, nei momenti in cui percepisce la sua fragilità e debolezza, ha la grande opportunità di sentirsi sostenuto oltre le proprie capacità dall’intervento che viene da Dio”.
Padre Mandic nacque il 12 maggio 1866 a Castelnuovo di Cattaro, oggi in Montenegro. Giunse a Padova nel 1909 e vi rimase fino alla morte, il 30 luglio 1942, dopo molti anni di malattia dovuta a un tumore all’esofago che gli provocava dolori lancinanti. “San Leopoldo patrono vuol dire aprire una finestra di speranza. L’apertura verso Dio accompagnata da qualcuno che, come padre Leopoldo, ha fatto esperienza di persona della fragilità della malattia, è un aiuto per continuare a lottare per la nostra stessa salvezza”, ha concluso mons. Cipolla.