Contrastare il fenomeno del sovraindebitamento e individuare strategie di azione: su questo tema si è confrontato ieri uno specifico gruppo di lavoro, coordinato dal Centro di ricerca in tecnologie, innovazione e servizi finanziari (Cetif) dell’Università Cattolica di Milano. Al momento di studio e confronto è intervenuto anche l’arcivescovo di Milano mons. Mario Delpini. Il Cetif raccoglie attorno al problema diocesi di Milano, Caritas Ambrosiana e Fondazione San Bernardino, e vede la collaborazione di Fondazione Centesimus Annus, Prospera e Ucid. L’obiettivo – come è stato spiegato – “è di comprendere meglio il fenomeno e individuare strategie di azione e strumenti di mitigazione, anche in ottica di prevenzione”. Mons. Delpini ha affermato che “la prevenzione è l’arma più promettente” per far fronte a situazioni di patologia create dal sovraindebitamento. Questo però, ha aggiunto l’arcivescovo, “vuol dire mettere in atto un impegno educativo che implica due aspetti: da una parte, dare competenze finanziarie, dall’altra, fornire un’educazione di valore che consenta di distinguere tra onestà e avidità, tra ambizione velleitaria e propensione di crescita”.
Tra le cause principali all’origine del fenomeno, ha specificato il direttore del Cetif Federico Rajola, “c’è innanzitutto la mancanza di un’adeguata educazione finanziaria”. Per questo, ha fatto eco l’arcivescovo di Milano, “i vescovi lombardi hanno costituito nel 2005 la Fondazione San Bernardino: l’usura porta alla rovina imprese e famiglie, aprendo le porte a un’economia drogata da capitali e metodi illeciti che danneggiano tutto il tessuto economico-sociale”. Per il direttore della Fondazione San Bernardino Luciano Gualzetti, il coinvolgimento di più soggetti “rende possibile individuare nuove strade e percorsi inediti per aiutare persone che si trovano in situazioni più grandi di loro”. Un “lavoro impegnativo che tocca interessi non solo di carattere economico ma anche etico”. Eppure, ha ricordato il rettore dell’Università Cattolica Franco Anelli, “la legge sul sovraindebitamento è arrivata solo nel 2012 poiché non se ne avvertiva la necessità: il consumatore italiano non si indebitava, se non per beni durevoli come casa e auto”. “È necessario insegnare a gestire correttamente la propria economia non solo da un punto di vista tecnico ma anche tramite un’adeguata educazione finanziaria che metta al riparo dai rischi”.