“La nuova evangelizzazione rimane indispensabile nella vita dei nostri cristiani e ora richiede un serio impegno per ascoltare e rispondere al grido dei poveri e della terra, aprendo nuove strade, come ha appena espresso il Sinodo dell’Amazzonia”. È quanto ha sostenuto, aprendo a Bogotá l’Assemblea plenaria dei vescovi colombiani, il presidente della Conferenza episcopale (Cec), mons. Óscar Urbina Ortega, arcivescovo di Villavicencio. La cura per il creato è il tema prioritario di questa Assemblea, dopo che nei loro precedenti incontri i vescovi avevano parlato anche dell’impegno dei cristiani per la politica e per l’economia.
L’arcivescovo di Villavicencio ha anche affermato che la Chiesa, dentro questa attenzione per la creazione, continuerà ad accompagnare le popolazioni indigene, i contadini e gli abitanti delle città nelle loro lotte, in modo che ci siano “condizioni di vita più umane, alla ricerca di un modello di sviluppo integrale e solidale, che armonizzi la dignità della persona umana con la cura della creazione, che va abitata come fosse la propria casa, va rispettata, amata e protetta dalla violenza e dalla distruzione ”. Mons. Urbina ha anche sottolineato l’attenzione che le giovani generazioni stanno dando al tema ambientale: “La Chiesa vuole ascoltare il grido dei giovani, che chiedono l’adozione di misure urgenti di fronte ai cambiamenti climatici, vogliamo essere una Chiesa che dialoga con una cultura che ha incorporato la dimensione ambientale come asse per la costruzione della società”.
Conferma mons. Joaquín Humberto Pinzón, missionario della Consolata e vicario apostolico di Puerto Leguízamo-Solano: “Il degrado della natura, lo sfruttamento e l’esclusione dei poveri sono tutti effetti che si verificano di fronte all’azione di un unico meccanismo. Per questo, vogliamo proteggere in modo organico la vita e la casa comune”.