(Londra) Un occhiolino strizzato alla Ue e un altro agli Stati Uniti e all’Australia. Il primo discorso del premier Boris Johnson dopo l’avvio di Brexit, è stato, oggi, un inno al libero commercio che, ha detto il primo ministro, “ha sempre garantito prosperità per tutti” e una dichiarazione esplicita dei paletti di interesse nazionali che il Regno Unito intende rispettare. È tornato anche lo spettro del “no deal”, la tanto temuta mancanza di accordi commerciali con la Ue. Nella conferenza stampa che ha seguito il discorso pronunciato a metà giornata, infatti, Boris Johnson ha risposto con molta ambiguità a una domanda di un giornalista che gli chiedeva di escludere che la frattura con il mercato europeo possa diventare completa. “Voglio avviare accordi con tutto il mondo”, ha detto Johnson, evitando accuratamente di accantonare il “no deal”. Il premier è stato molto preciso sul diritto di pesca nelle acque britanniche. “Voglio che raggiungiamo un compromesso”, ha detto, “che rispetti il fatto che il Regno Unito è uno Stato costiero indipendente che controlla le proprie acque. Ci dovranno essere negoziati annuali sulle quote di pesca della Ue usando gli ultimi dati scientifici per assicurarsi che i diritti di pesca in acque britanniche siano soprattutto per le barche del nostro Paese”.