Un incontro sul “Documento sulla fratellanza umana” sottoscritto ad Abu Dhabi da Papa Francesco e il Grande Imam di Al-Azhar Ahmad Al-Tayyeb è stata l’occasione, a Firenze, per rinnovare l’impegno ad essere costruttori di pace e per sottoscrivere un testo in cui si sottolinea la tradizione di Firenze come città di incontro e di esperienze di dialogo fra culture e religioni diverse. A firmarlo sono stati l’arcivescovo Giuseppe Betori e l’imam Izzeddin Elzir. Aprendo l’appuntamento – promosso da Centro internazionale studenti Giorgio La Pira, Istituto universitario Sophia, Comunità Islamica Firenze e Toscana, Fondazione Giorgio La Pira – il card. Betori ha sottolineato “l’importanza del risveglio del senso religioso” che “rappresenta una possibilità concreta di fecondare nel cuore dell’uomo quelle realtà che lo caratterizzano, in quanto esprimono ciò che è scritto nel suo Dna: la riconciliazione e la fratellanza. Non si tratta, dunque, di un semplice impegno alla non belligeranza, ma a esteriorizzare nelle relazioni ciò che l’interiorità desidera per ciascuno”. “Non ci è chiesto soltanto di accogliere quanto è scritto in questo Documento, ma anche di educarci ed educare a quanto vi è presentato”, ha proseguito, evidenziando come è “l’impegno a riaccendere nelle nuove generazioni il desiderio di riconciliazione e fraternità in un contesto culturale così complesso, quale quello odierno, a spiegare il motivo di questo incontro: siamo nella città di Firenze, culla dell’umanesimo, e nel Centro la Pira, ‘luogo’ privilegiato per un’educazione globale alla cultura dell’unità”.