“Il più peculiare e importante contributo” del card. Elio Sgreccia alla bioetica è stato “portare Dio all’uomo e l’uomo a Dio, mediante la luce che il Divino getta sull’umano. Il suo sforzo più sincero è stato quello di illuminare la bioetica e la riflessione scientifica attraverso la meraviglia e lo stupore che provava di fronte all’Incarnazione del Verbo e, nello stesso tempo, anche quello di far crescere la domanda sul senso dell’esistenza e sul destino ultimo dell’uomo, facendo crescere nella vita della Chiesa e della società civile la consapevolezza del significato e del valore della vita umana sempre, in ogni condizione e circostanza”. Lo ha detto il card. Angelo De Donatis, vicario di Sua Santità per la diocesi di Roma, intervenuto questo pomeriggio alla presentazione dell’autobiografia del card. Sgreccia, presidente emerito della Pontificia Academia Pro Vita e fondatore del Centro di bioetica dell’Università Cattolica, morto il 5 giugno 2019. Titolo del libro, presentato nel campus di Roma dello stesso Ateneo, “Contro vento. Una vita per la bioetica” (ed. Effatà 2018). “Con acuta sensibilità – ha proseguito De Donatis -, don Elio si rende conto che sul banco della pastorale della vita è in gioco il senso stesso della riflessione bioetica cattolica e il contributo che essa può offrire alla missione della Chiesa e al bene dell’umanità intera”. Di qui il richiamo al generoso servizio alla Chiesa, specialmente in difesa del valore della vita umana, la sua passione per l’evangelizzazione “che lo ha spinto a riferirsi costantemente alla Parola di vita per elaborare i principi antropologici ed etici della sua bioetica e di una visione cristiana della vita umana in dialogo con le evidenze scientifiche”. “Il personalismo ontologicamente fondato, il metodo triangolare, il Manuale di bioetica e l’Enciclopedia di bioetica e scienze giuridiche”, ha concluso De Donatis, “sono alcuni dei più significativi contributi del professor Sgreccia, sono nati prima nel suo cuore di pastore e poi nella sua mente di studioso”.