“Il Giusto è una persona comune, che ogni giorno è chiamato a testimoniare valori di umanità. È un messaggio molto forte e valido anche per oggi. Questa ricerca e raccolta meticolosa di memorie, fatti e vicende come quella di mio nonno, prima che si estinguano, hanno il valore di far emergere le storie di chi anche di fronte ai rischi di rappresaglia ha agito con grande umanità”. Lo ha detto Francesco Rutelli, presidente di Anica (Associazione nazionale industrie cinematografiche audiovisive multimediali), intervenendo oggi, a Roma, all’incontro “Un ricordo di Mario Gentili, Giusto fra le Nazioni”, iniziativa promossa dall’Associazione cattolici Amici di Israele, in collaborazione con l’Ambasciata di Israele presso la Santa Sede e la Fondazione Museo della Shoah, in occasione della Giornata della Memoria. Così Rutelli ha ricordato la figura del nonno, Mario Gentili, che “insieme a mia madre, che allora era una bambina, nascose dentro la nostra casa romana un giovane ebreo, suo dipendente, di nome Lello Piazza”. Un gesto che salvò la vita al giovane Piazza. All’incontro erano presenti i parenti di Piazza, la moglie e il figlio e il nipotino. “Il valore di questa storia – ha sottolineato Rutelli – risiede nella sua semplicità. Mio nonno fece questo gesto con tanti rischi, ma mai nella mia famiglia questo venne presentato come un atto eroico ma come un gesto umano e cristiano. E lo stesso si può dire di quelli tantissimi altri concittadini che avevano nascosto degli ebrei, tutti episodi di coraggio civile”. Per il presidente di Anica l’esempio dei giusti è un “messaggio valido ancora di più oggi che si tende a negare la Shoah”. Il riferimento di Rutelli è a “quei militanti di estrema destra tedeschi che vanno a fare una specie di controinformazione secondo il loro folle punto di vista dentro il campo di Auschwitz. Un negazionismo isterico, demenziale e pur tuttavia molto pericoloso, dentro i luoghi dell’orrore. La memoria non si perde e ha una attualità gigantesca davanti alle false narrazioni. I giusti tra le nazioni oggi – ha concluso – rappresentano una pietra di inciampo anche per noi. Essi ci richiamano a non abbassare la guardia perché certi fatti non si ripetano più”.