La vicenda di una donna, laica, che per tutta la sua vita ha fatto dell’annuncio del Vangelo la ragion d’essere, nonostante le persecuzioni subite e i lavori forzati, è ora oggetto di studio e di indagine per verificare la possibilità che venga canonizzata: per Gertrude Detzel, nata in una famiglia cattolica di coloni tedeschi nella diocesi di Saratov nel 1904 e morta a Karaganda nel 1971, è stata avviata la fase diocesana del processo di beatificazione, domenica 26 gennaio in una solenne celebrazione nella cattedrale di Saratov. “È stato un momento storico”, scrive sul suo blog il vescovo di Saratov Clemens Pickel che ha concelebrato insieme al vescovo di Karaganda Adelio dell’Oro. All’inizio della messa, il postulatore del processo, padre Sergei Babadzhanyan, ha illustrato la biografia di Gertrude Detzel e ha raccontato il “desiderio di santità di questa credente laica cattolica, che attribuiva grande importanza nella sua vita alla proclamazione del Vangelo, nonché al legame personale con Dio, che era il centro della sua vita”. Arrestata il 7 settembre 1949 fu processata e condannata a 10 anni di lavori forzati, ma poi liberata nel 1954 con un’amnistia. “Questa donna tedesca deve essere rilasciata al più presto, altrimenti, guardando lei, qui da me pregheranno tutti”, aveva scritto un capo prigione. Gertrude visse fino alla morte a Karaganda, dedicando i suoi giorni alla preghiera e all’animazione di gruppi di credenti clandestini. “Ora inizia il lavoro”, ha scritto ancora mons. Pickel: “Cerchiamo testimoni oculari e cristiani che abbiano una relazione di preghiera con Gertrude Detzel”.