“La situazione è difficile. Ma tutto questo succede perché si costruisce a buon mercato e in territori fragili, in terreni che non appartengono a nessuno, soprattutto nelle periferie urbane. Mancano strutture, servizi, la gente povera continua a soffrire”. Lo afferma al Sir dom Darci Nicioli, vescovo di Diamantina (Minas Gerais), una delle diocesi dell’est brasiliano più colpite dal maltempo che ha colpito gli Stati brasiliani del Minas Gerais e dell’Espírito Santo.
Proprio per questo, continua il vescovo, “affermo che c’è un sistema più grande e complesso, strutturale e criminale, che impedisce a tante persone di avere una vita più degna”. In tale contesto, c’è anche l’esigenza di una rinnovata coscienza ecologica: “La natura viene trascurata sistematicamente, penso alla deforestazione, al fatto che non vengono più piantati alberi, così il territorio è più debole. Dom Nicioli esprime un’ulteriore preoccupazione: “Nel Minas Gerais siamo pieni di altre miniere, di oro, ferro, pietre preziose”. Due tragedie (Mariana e Brumadinho) ci sono già state, altre se ne rischiano: “Anche come Chiesa viviamo schiacciati in una situazione molto difficile, da un lato questi impianti sono pericolosi e distruggono la natura, dall’altro danno lavoro a molte persone”. Infine, il vescovo di Diamantina assicura che la sua diocesi, così come le altre vicine, non farà mancare il suo aiuto alle persone colpite da questa ondata di maltempo: “Naturalmente, andremo incontro alle necessità più urgenti. Ma ci rendiamo conto che non è sufficiente rispondere alle emergenze, se non si affrontano le cause strutturali di quello che succede”.