“Nessuno può considerarsi immune a prescindere, anche perché non dobbiamo dimenticare che, nel 1938, tutti gli ambiti della vita pubblica furono sconvolti dall’entrata in vigore di quelle ‘leggi razziste’ che rappresentano il punto più basso della nostra civiltà”. Anche il Senato ha saputo interpretare – con varie iniziative di sensibilizzazione – questa necessità, dimostrando una reale e fattiva condivisione da parte di tutte le forze politiche per respingere e combattere qualsiasi rigurgito di antisemitismo dalla vita del Paese”. Lo ha affermato il presidente del Senato della Repubblica, Maria Elisabetta Alberti Casellati, intervenendo questo pomeriggio all’evento in Sala Koch per il Giorno della memoria con la presentazione del film “Siegfriedsdorf Dixieland Band”.
Per la seconda carica dello Stato, “il passare degli anni deve però spingerci ad un’ulteriore riflessione su quali potranno essere le migliori forme e attività divulgative per fare in modo che i nostri figli e i nostri nipoti, e i loro figli e i loro nipoti, non debbano più confrontarsi con il mostro dell’odio razziale”. “Una riflessione – ha proseguito – che parta quindi dalla straordinaria capacità di raccontare cosa è accaduto da parte dei sopravvissuti – e il Senato della Repubblica può e deve dirsi onorato di avere tra i propri banchi la senatrice Liliana Segre, alla quale va tutta la mia gratitudine per quanto fatto nell’arco della sua vita e per quanto farà ancora al servizio del Paese”.
Casellati ha concluso il suo intervento citando le parole di Primo Levi – tratte da “Se questo è un uomo” –, che ispirarono il film di Benigni “La vita è bella”: “Pensavo – scrisse Levi – che la vita fuori era bella, e sarebbe ancora stata bella, e sarebbe stato veramente un peccato lasciarsi sommergere adesso”. “Facciamo in modo, tutti insieme, che nessun essere umano – ha ammonito il presidente del Senato – debba mai più provare tutto ciò”.