“Provo dolore verso ogni forma di antisemitismo che deve essere combattuta senza esitazioni oppure verso chi addita come nemico l’altro, il fratello che ha un’etnia, una storia o una cultura diversa della nostra”. È quanto ha detto il card. Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia-Città della Pieve e presidente della Cei, incontrando nel palazzo arcivescovile giornalisti e operatori dell’informazione, nel giorno in cui si celebra San Francesco di Sales. “Come cittadini, come Chiesa e come pastore, non possiamo che condannare ogni atteggiamento o intervento che semina disprezzo, inimicizia, ostilità. Azioni e parole dettate dal rancore sono un peccato contro Dio e contro l’umanità e sono in netta antitesi con il ‘comandamento dell’amore’ che Cristo ci consegna”. Il cardinale chiama quindi la stampa, la televisione e il pianeta digitale “a un’informazione che non alimenti le divisioni”. E spiega: “Come ho già detto più volte, la nostra amata Italia è un Paese da ricucire. I mezzi di comunicazione possono contribuire ad acuire le cesure oppure possono incoraggiare alla fraternità”. Nel suo discorso ai giornalisti, l’arcivescovo ripercorre la “mania” a conquistare “clic” su Internet e reti sociali; “la voglia dello scoop” e la collezione di “quanti più ‘mi piace’ possibile”. “Ad ogni costo. Anche calpestando la verità, la dignità della persona, l’armonia sociale”. Fa cenno anche al ruolo sempre più presente degli “influencer” che diffondono “l’idea dell’uomo consumatore, ridotto a oggetto”. Agli organi di tutta la stampa, Bassetti chiede quindi di rompere il “circolo vizioso” dell’autoreferenzialità. “C’è quindi bisogno di un’informazione “in uscita”, che si cali davvero fra le difficoltà e le speranze delle nostre comunità. Pertanto, la vostra agenda sia ispirata dalla gente che chiede pane e lavoro, dignità e rispetto, attenzione e vicinanza da parte delle istituzioni e non sia piegata agli interessi particolari o ai potentati politici, economici e ideologici”.