Forum economico mondiale: Davos, protagonisti i teenage change-makers. “Oggi bisogna essere in grado di mobilitare le persone”

Ci sono una decina di “teenage change-makers”, giovanissimi attivisti in questi giorni a Davos, che intervengono in alcuni degli eventi del programma, a fianco dei “grandi”. Un momento è stato dedicato esclusivamente a loro e al “potere della giovinezza” per raccontare una mobilitazione che ancora cerca spazi per essere ascoltata dalla generazione degli adulti. A raccontare le proprie esperienze Maxime Crettex, giovane svizzero delegato all’Onu insieme a Micah White, fondatore del movimento “Occupy Wall street” e della “scuola per gli attivisti”, che ha accettato l’invito ad andare a Davos perché “dire la verità al potere è la prima tattica che gli attivisti hanno usato proprio qui”. Poi ha parlato Naomi Wadler, che ha 13 anni e si è fatta conoscere per le sue denunce delle morti da arma da fuoco negli Usa, soprattutto quelle di donne di colore; Autumn Peltier conosciuta come la “guerriera dell’acqua”, che a otto anni ha cominciato a lottare per difendere il diritto all’acqua potabile della sua come di tutte le tribù indigene canadesi. Sono voci fragili che esprimono forza, cambiamento, capacità critica, attenzione ai più deboli e ai diritti schiacciati.

“La natura del potere sta cambiando: non basta avere ricchezze, oggi bisogna essere in grado di mobilitare le persone”, ha osservato Micah. “E i giovani oggi hanno questa nuova capacità” ed è per questo “evidentemente che noi siamo qui oggi”. Si è parlato anche di abbassamento dell’età di voto e la giovanissima Naomi ha affermato: “Se i sedicenni vanno alle urne devono essere preparati, altrimenti se hanno il potere del voto ma non sanno di che cosa si tratta è un disastro”. Noemi e Autumn hanno raccontato anche esperienze di fatica a essere prese sul serio perché “l’età è sempre una barriera”.

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