“I decreti sicurezza hanno peggiorato il sistema di accoglienza in Italia e stanno generando ghettizzazione e povertà, sia economica sia sociale. Una situazione da non sottovalutare perché sta provocando l’aumento di vittime dello sfruttamento lavorativo e delle attività criminali, come dimostrano i processi aperti”. È la denuncia di Amnesty International Italia durante il briefing di oggi a Roma “I sommersi dell’accoglienza”, curato dal ricercatore e sociologo Marco Omizzolo. “Gli effetti del decreto legislativo 113/2018 – ha affermato Omizzolo – si sono diffusi su ambiti diversi dell’accoglienza e dunque sulla vita complessiva dei migranti in Italia e in particolare dei richiedenti asilo portando a una progressiva marginalizzazione e precarizzazione”. Amnesty chiede dunque al governo di “applicare modifiche urgenti alla normativa vigente in materia di protezione internazionale e immigrazione”, tra le quali: “Assicurare a tutte le persone che entrano in Italia l’esercizio reale del diritto fondamentale a chiedere protezione ed accoglienza; adottare misure per impedire ai beneficiari di protezione umanitaria di perdere il proprio status per evitare che precipitino in condizioni di marginalità e sfruttamento e divenire così preda di organizzazioni criminali; garantire la regolarizzazione per coloro che sono finiti in condizioni di illegalità per via degli effetti del cosiddetto Decreto sicurezza; consentire la registrazione anagrafica anche ai richiedenti asilo”. I nuovi bandi per i centri di prima e seconda accoglienza non prevedono più la necessità di garantire l’insegnamento della lingua italiana, il supporto alla preparazione per l’audizione in Commissione territoriale per la richiesta di asilo, la formazione professionale e la positiva gestione del tempo libero. I centri di accoglienza collettiva subiscono un taglio dei finanziamenti pro die pro capite fino al 28%, da 35 euro a 25,25 euro per le strutture in grado di accogliere tra i 51 e i 300 richiedenti asilo, mentre ancora più penalizzata risulta l’accoglienza diffusa con tagli fino al 39%. “Le misure previste – ha ribadito Gianni Rufini, direttore di Amnesty International Italia – hanno un impatto devastante sulla vita delle persone presenti sul territorio italiano, togliendo loro un’identità, trasformandole in fantasmi privandole di alloggio o di cure mediche. Oltre a non rappresentare la soluzione di alcun problema sono semplicemente disumane”.