“È un allarme giustificato perché l’esperienza maturata con la Sars (sindrome respiratoria acuta grave che tra il 2002 e il 2003 uccise 800 persone nel mondo, ndr) e la Mers (sindrome respiratoria mediorientale, ndr) è che i virus trasmissibili per via respiratoria da uomo a uomo sono i più insidiosi, e certamente con la rapidità degli spostamenti di oggi si possono trasmettere velocemente da una parte all’altra del mondo”. Ad affermarlo al Sir è Walter Ricciardi, professore ordinario di Igiene generale e applicata all’Università Cattolica e già presidente dell’Istituto superiore di sanità, commentando l’allerta scattata all’aeroporto romano di Fiumicino nei confronti del coronavirus 2019-nCov che in Cina ha già causato sei morti mentre si contano quasi 300 persone contagiate e oltre 900 in osservazione negli ospedali del Paese asiatico. Dopo la conferma ufficiale di ieri che il virus si può trasmettere anche tra uomo e uomo, il Centro europeo di controllo delle malattie (Ecdc) ha modificato la classificazione del rischio, portandolo da “basso” a “moderato” e il direttore generale dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), Tedros Adhanom Ghebreyesus, ha convocato per domani a Ginevra il Comitato di emergenza per accertare se il focolaio rappresenti un’emergenza di salute pubblica di livello mondiale e quali raccomandazioni dovrebbero essere formulate per fronteggiarla.
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Nel frattempo, all’aeroporto di Fiumicino è arrivata l’allerta a tutte le compagnie aeree che hanno collegamenti con il Paese asiatico affinché vengano effettuati controlli su passeggeri ed equipaggi in arrivo. Per Ricciardi “è giusto che tutti gli Stati europei presidino gli aeroporti e controllino i voli provenienti dalla Cina, diretti o come scalo. È positivo che a Fiumicino lo stiano già facendo perché uno degli elementi che favorirono la diffusione della Sars fu proprio il ritardo con cui vennero messe in atto adeguate contromisure”. “Bloccare e isolare eventuali soggetti ammalati o portatori che possono trasmettere l’infezione è ad oggi l’unica strategia – assicura -. Si tratta di un nuovo ceppo di coronavirus mai identificato in precedenza. Fino a quando non ne comprenderemo meglio le caratteristiche non sarà possibile sviluppare un vaccino. Dunque ad oggi non esistono contromisure se non in termini di prevenzione generale”. Che può fare il cittadino comune? “Comportarsi con saggezza evitando, se non strettamente necessari per gravi motivi, viaggi in queste aree e naturalmente prestare attenzione a quanto dicono le autorità sanitarie che stanno monitorando la situazione”. In Italia, conclude, esiste “un sistema di monitoraggio delle gravi infezioni messo in moto negli aeroporti e nei porti dal ministero della Salute, esiste il presidio di garanzia scientifica dell’Istituto superiore di sanità e, in caso di aggravamento della situazione, il Servizio sanitario nazionale è in grado di intervenire con i suoi presidi”.