“Il Ponte Morandi non univa solamente i due lati della valle del Polcevera, non era solamente il ponte che univa la Liguria a quella occidentale e non era semplicemente il ponte che univa l’Italia alla Francia. Era davvero una straordinaria invenzione ingegneristica e industriale. Questo crollo ha simbolicamente significato molto di più del crollo dovuto a una scarsa manutenzione di una infrastruttura di un viadotto”. Lo ha detto l’architetto Stefano Boeri, intervenuto stasera, nella basilica di San Giovanni in Laterano, al terzo incontro di “Insieme per la nostra Casa Comune”, itinerario di approfondimento e riflessione sull’enciclica “Laudato si’” di Papa Francesco, promosso dalla diocesi di Roma. “Dentro a questo crollo c’è moltissimo della situazione attuale del nostro Paese sull’incapacità che a volte abbiamo di gestire le nostre innovazioni”, ha aggiunto. Nell’ambito della ricostruzione, Boeri ha riferito che “sotto il ponte abbiamo pensato a un parco che avesse la maggior parte di specie viventi e questo parco è collegato da un anello, che è una passerella pedonale, ciclabile, che permetterà a chi vive in quella zona di potere ricostituire un senso di comunità”. Prevista anche una torre di turbine eoliche che alimenterà la città. Nel suo intervento Boeri ha sottolineato anche l’importanza di “costruire corridoi verdi”, “capaci di arrestare la desertificazione”.