Dio nella storia dell’uomo: come sentire e come vivere questa presenza?
Il brano del libro della Sapienza è una meditazione sulla storia di Israele: la liberazione dalla schiavitù d’Egitto è stata opera di Dio, che ha voluto così glorificare il suo popolo chiamandolo a sé. Dal dono della libertà è nata per Israele la “legge divina” della condivisione di “successi e pericoli”, sostenuta dalla lode di gratitudine nei confronti di Dio liberatore.
Di storia della salvezza parla anche la lettera agli ebrei, ritornando alla vicenda di Abramo che pellegrinò verso la terra promessa “senza sapere dove andava”, sempre “aspettando” che Dio compisse le sue promesse. Una storia, quella di Abramo e dei suoi discendenti segnata sempre dalla fede nelle promesse di Dio. Dio ha guidato la storia dei padri, i quali hanno seguito sempre la strada indicata da Dio “per fede”. Ecco, quindi, il messaggio: Dio è “degno di fede”, mantiene sempre le sue promesse, nelle quali il suo popolo entra sempre soltanto “per fede”. Nella storia della salvezza “la fede è il fondamento di ciò che si spera e prova di ciò che non si vede”.
Di tutt’altro tenore sembra, a prima vista, il messaggio del brano di Luca che invita ad essere sempre pronti alla chiamata di Dio perché “nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo”, cioè Gesù, a chiamarci. In altre parole, anche la storia di ognuno di noi è nelle mani del Signore ed è nostro dovere “tenerci pronti”, “con le vesti strette ai fianchi e le lampade accese”, per accoglierlo quando egli viene a chiamarci. Un messaggio che invita ad essere responsabili di ogni momento della nostra vita. Non tanto un messaggio minaccioso, dell’essere pronti per la chiamata della morte, ma costruttivo, dell’essere sempre pronti ad accogliere la presenza di Dio che viene in modo imprevisto nella storia del mondo, come nella storia personale di ognuno di noi.
Il messaggio della Messa di oggi, pur nella diversità dei tempi storici a cui rimandano i brani biblici, è lineare. Dio è il Signore della storia: quella di Abramo, quella di Gesù, quella del popolo cristiano e di ognuno di noi. Dio irrompe nella storia dell’umanità secondo tempi e modi suoi propri; non siamo noi a stabilire “quando”. A noi non resta che decidere, per il bene nostro e del mondo, di essere sempre con lui, dalla sua parte.
Siamo chiamati a vivere la nostra storia in sintonia con la storia di Dio che irrompe nelle nostre vicende umane sempre per il bene, secondo tempi suoi. A noi tocca fare della nostra storia personale una storia “con” Dio e lavorare per l’umanità, sempre “con le vesti strette ai fianchi e le lampade accese”, cioè sempre pronti a fare la volontà di Dio.