I testi della Messa di questa domenica costituiscono, nel loro insieme, una breve sintesi della dottrina morale cristiana.
La prima indicazione è data dal Deuteronomio, attraverso due verbi che sintetizzano l’atteggiamento del cristiano di fronte a Dio: “obbedire”, anzitutto, che significa mettersi all’ascolto della voce di Dio, facendo dei suoi precetti la guida della propria vita. Inoltre “convertirsi”, che consiste nel volgere il cammino della propria esistenza verso Dio e non verso le cose terrene.
Atteggiamenti, questi, che non sono impossibili, perchè la parola di Dio, che guida la nostra vita, non è lontana da noi: Dio infatti l’ha già messa nel nostro cuore. E questo il “cuore” della vita cristiana.
Il brano della lettera ai Colossesi, potrebbe essere intitolato “ti racconto il Signore”.
Gesù è il cuore della storia, il principio e il fine. Tutto il senso e la pienezza della storia dell’umanità e della vita di ogni uomo è in Lui. La storia del mondo intero solo in Lui si realizza. La “pace” del mondo, in cui si riconciliano Dio e il creato, a partire dall’uomo, è in Cristo soltanto. Cielo e terra, con tutte le vicende dell’umanità trovano nel “sangue della sua croce”, il loro significato, il loro senso, il loro fine; la loro pienezza e la loro pace.
Dopo il messaggio del Deuteronomio, ecco la precisazione: la parola di Dio che ci guida, la troviamo in Gesù, che, solo, dà senso alla storia universale e personale di ognuno.
Il Vangelo di Luca, con la parabola del Buon Samaritano, è il punto di arrivo degli insegnamenti di questa Messa.
Se la vita cristiana consiste nel lasciarci orientare dalla Parola di Dio, che troviamo in pienezza in Gesù, principio e fine di tutta la nostra esistenza e della vita della Chiesa, Gesù dove lo incontriamo concretamente, dove possiamo vederlo con i nostri occhi e toccarlo con le nostre mani?
La risposta è immediata: lo incontriamo nell’uomo che “scendeva da Gerusalemme a Gerico e cadde nelle mani dei briganti”, nell’uomo bisognoso di aiuto e di amore. Lo incontriamo solamente se non facciamo come quel sacerdote e quel levita che “lo videro e passarono oltre”.
Gesù lo incontriamo nella storia solamente se, incontrando le sofferenze dell’umanità e dei singoli uomini e donne, non passiamo oltre, ma, come il samaritano, ne abbiamo “compassione”, cioè ci rendiamo partecipi della sua “passione” ci facciamo a lui vicino e ci prendiamo cura di lui, mettendoci anche del nostro denaro. Questa è la legge di Cristo: “Va’ e anche tu fa’ così”.