Am 7,12-15; Ef 1,3-14; Mc 6,7-13
Dopo il rifiuto dei suoi a Nazareth, questa nuova sezione del Vangelo di Marco, chiamata “la sezione dei pani”, porterà alla confessione di Pietro: “Tu sei il Cristo”. Pietro parla a nome dei “dodici”, scelti da Gesù perché lo seguissero e stessero con lui. Ora Gesù manda i dodici a predicare in povertà – proprio come la vita di Gesù – per liberare da ogni forma di prigionia sotto gli “spiriti impuri”. Gli inviati ad annunciare il Vangelo devono essere “poveri” perché hanno “un solo pane”, che è Gesù.
La nostra logica vuole che dopo la vita viene la morte. La logica della fede, invece, dice che dopo la morte c’è la vita e che il successo segue il fallimento. È la logica della croce, la logica di Gesù e deve essere anche la logica della Chiesa che vuole essere fedele alla chiamata e alla missione ricevute dal Signore; il Vangelo di oggi è una pagina che richiama quella delle beatitudini.
Economia e comunione possono e devono incontrarsi. Un economista, Luigino Bruni, così ha sintetizzato la visione della fondatrice del Movimento dei Focolari: “Chiara, anche perché donna, ha sempre visto la povertà come rapporti, non come una questione di reddito individuale. E noi sappiamo, grazie agli studi che la povertà non è un problema di reddito. Le persone sono povere perché non hanno capitali: sanitari, educativi, sociali, spirituali, familiari, che poi diventano mancanza di reddito. Ma se non si curano i capitali, il reddito sprofonda nel nulla. Chiara non vede il profitto come un male, perché è il frutto del lavoro, ma chiede all’imprenditore di condividerlo con i giovani e con le persone in povertà, che è una condizione dalla quale si può uscire grazie alla comunione”. E Papa Francesco conferma: “Economia e comunione. Due parole che la cultura attuale tiene ben separate e spesso considera opposte. Due parole che voi invece avete unito”.