At 10,34a.37-43; Col 3,1-4; Gv 20,1-9
La liturgia della notte e del giorno di Pasqua, annuncio della Risurrezione di Cristo, costituisce una meravigliosa meditazione sulla storia della salvezza. Parte nella notte, con la Genesi, per giungere all’Esodo e alla profezia della nuova alleanza, fino a cantare con Paolo: “Se siamo risorti con Cristo crediamo che anche vivremo con lui”. La storia dell’uomo qui è giunta al suo culmine: indietro non si torna; qualsiasi cosa accada, la risurrezione di Cristo è garanzia di vita e risurrezione per chi crede in lui. Nulla più può fare paura all’uomo: lo dichiara l’Angelo davanti al sepolcro “Voi non abbiate paura” e lo ripete Gesù stesso alle donne intimorite e gioiose: “Non temete”.
Con la risurrezione di Cristo è terminato il suo camminare nella terra di Palestina e ora tocca ai suoi discepoli: “Andate”, dice Gesù alle donne. Inizia così il cammino della Chiesa, ben significato dalla corsa di Pietro e Giovanni verso il sepolcro: “Camminavano insieme”, dice il Vangelo di Giovanni. Un cammino a differenti velocità, ma nella stessa direzione: Giovanni “corse più veloce”; Pietro giunge più lento, ma insieme entrano nel sepolcro. È il cammino della Chiesa: più veloce quello della profezia, più lento quello della comunità; ma il cammino è “insieme”. Verso dove? Verso la Galilea, dove Cristo ci “precede”, quindi verso l’“incarnazione” – là dove tutto è iniziato, dove Dio si è fatto uomo – per continuare nella storia l’incarnazione di Cristo.
A volte però, i fedeli, incapaci di comprendere la strada scelta dal Signore, s’incamminano per una strada che vorrebbe essere di allontanamento da Lui. È l’avventura dei discepoli di Emmaus – di cui narra il Vangelo di Luca – a testimoniare che, per chi ha amato Gesù Cristo ed è stato amato da lui, l’allontanamento dei passi non può essere allontanamento del cuore. E allora, anche su questa strada, Gesù risorto cammina con loro: credevano di fuggire da lui, pur con il “volto triste”, ma lui “si avvicinò e camminava con loro”. E indica loro la via per riconoscerlo, per risorgere con lui: occorre cercarlo “in tutte le scritture”, “cominciando da Mosè e da tutti i profeti”. Questo è il cammino, non più fisico, ma spirituale, che si compie “nello spezzare il pane”: è qui che la conoscenza di Gesù diventa esperienza; allora il cuore arde: Cristo Risorto fa ripartire verso il nuovo cammino della storia: “Partirono senza indugio e fecero ritorno a Gerusalemme”. È iniziato il cammino nuovo della salvezza, da compiere nella comunione della Chiesa: “Trovarono riuniti gli Undici e gli altri che erano con loro”.
Ecco la Pasqua: il cammino di Dio accanto all’umanità che giunge al suo culmine con la risurrezione di Cristo. Un culmine che è una ripartenza, per camminare lungo le strade della storia, insieme a tutti i credenti in lui, per annunciare che Cristo risorto cammina con noi e si fa ritrovare nella parola di Dio e riconoscere nell’Eucaristia.