“La nota della Presidenza della Cei sul tema del fine vita è un giudizio che chiede a tutti un paragone sincero e affrancato dai troppi condizionamenti dei luoghi comuni, che in questi giorni stanno travolgendo persino quella prudenza che dovrebbe essere il primo dovere dei decisori politici”. Lo afferma il network di oltre cento associazioni “Ditelo sui tetti”, commentando il documento approvato dai vescovi italiani. “I vescovi italiani pongono il vero livello della questione, spesso banalmente propagandata come rivendicazione di diritti o di libertà, che ogni uomo già ha”. La rete associativa sottolinea che “pretendere leggi eutanasiche significa voler imporre, con la forza così invasiva del potere pubblico, che ‘la dignità della persona finisce con la malattia o quando viene meno l’efficienza’ e per questo ‘procurare la morte contrasta radicalmente con il valore della persona’”. Il coordinatore Domenico Menorello aggiunge: “Ai decisori politici vengono offerte ragioni inoppugnabili, di fronte alle quali siamo chiamati a scegliere se ‘il primo compito della comunità civile’ e dunque ‘dello Stato’ sia ‘la cura nella malattia’ o invece abbandonare i più fragili”. E conclude: “Hanno ben ragione i vescovi: è una partita troppo essenziale per delegarla ‘a logiche di parte e possibili strumentalizzazioni’”.