Solenne celebrazione stamattina alle 10 nella cattedrale di Oslo, per l’ordinazione episcopale di Fredrik Hansen, nominato da Papa Francesco vescovo coadiutore della diocesi norvegese, per accompagnare il lavoro del vescovo Berndt Eisvig, che guida la diocesi dal 2005, e succedergli non appena andrà in pensione. Norvegese di origine anche lui, classe 1979, Hansen è sacerdote dal 2007. Il suo curriculum è molto vario: dopo un primo periodo passato tra la Norvegia e Roma, a completare gli studi in diritto canonico, per poi frequentare l’accademia pontificia, è passato alla carriera diplomatica come segretario di nunziatura in Honduras e poi nelle Missioni presso le Nazioni Unite, prima a Vienna e poi a New York. Negli ultimi due anni è stato a Baltimora dove ha insegnato e lavorato come decano dei seminaristi nel seminario di St. Mary. “La tua legge è verità” è il motto episcopale che Hansen ha scelto. Nel tardo pomeriggio di oggi, i vespri nella cattedrale di Sant’Olav hanno dato inizio a un fine settimana di celebrazioni. Domattina a consacrarlo sarà il cardinale segretario di Stato Pietro Parolin; concelebreranno il vescovo Eidsvig e il vescovo di Trondheim Erik Varden. Domenica alle 11.00, il nuovo vescovo celebrerà la sua prima messa pontificale. Tutte le celebrazioni sono trasmesse in diretta sul sito della diocesi. Dopo ogni celebrazione un momento di festa è stato organizzato in modo da dare al nuovo vescovo l’opportunità di salutare quante più persone possibile. In alcuni luoghi sono stati installati degli schermi per una “visione comunitaria”. I giovani seguiranno insieme in streaming la consacrazione per poi ritrovarsi per un momento di festa. In una intervista apparsa sul sito della diocesi, rispetto alla sua consacrazione il futuro vescovo ha detto: “Ciò che penso diventi molto chiaro nell’ordinazione è che l’ufficio episcopale è un ufficio di servizio. Non si riceve l’autorità episcopale per essere un ‘capo’, ma per assumere il ruolo di pastore seguendo il Buon Pastore”. Allo stesso tempo, ha aggiunto, che, “come il matrimonio è più importante delle nozze, non vedo l’ora di iniziare il lavoro episcopale per e nella diocesi, anche se non vedo l’ora della celebrazione. Mi piace la liturgia”.