“Natale è un inno alla vita intonato da Dio stesso che non si arrende al fallimento e alla tristezza delle sue creature. Dio vuole la vita! Per questo ha mandato nel mondo il Figlio. Normalmente quando vediamo un bambino, anche se siamo tristi o preoccupati, ritroviamo il sorriso. È come se ci venisse fatta un’iniezione di speranza, di vita. Così quando contempliamo Gesù nel presepe. Non fermiamoci, però, al sentimento, apriamo lo spirito al messaggio evangelico: ‘Non temete: ecco, vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore’ (Lc 2, 10-11). Sperare è ancora possibile! C’è futuro!”. Si apre con queste parole il messaggio natalizio del vescovo di Aosta, mons. Francesco Lovignana.
Affinché si possa “cantare ogni giorno l’inno alla vita, cercando di eseguire al meglio lo spartito della nostra esistenza e di aiutare anche gli altri componenti dell’orchestra umana ad eseguire il loro” il presule suggerisce alcune attenzioni. La prima “è verso le giovani famiglie perché possano essere nelle condizioni di generare con gioia figli e figlie”. “È l’impegno delle politiche familiari che tocca politici e amministratori in prima persona, ma – osserva mons. Lovignana – riguarda tutti noi quando siamo chiamati a valutare il loro operato o i loro programmi. Come comunità ecclesiali possiamo offrire percorsi di accompagnamento perché le giovani famiglie non siano lasciate sole. Dobbiamo anche fare tutto quanto è in nostro potere perché la vita nascente sia rispettata”. La seconda attenzione “è per quanti patiscono la fatica del vivere e non riescono più a coglierne il senso, arrivando a concepire di mettere fine alla propria esistenza”. “Il Natale non può coprire la realtà dei troppi suicidi che feriscono la nostra comunità valdostana”, ammonisce il vescovo, che auspica un sempre crescente “impegno preventivo che offre ascolto e vicinanza alle persone in difficoltà, che costruisce luoghi fraterni nei quali ci si possa sentire accolti”. La terza attenzione, infine, “è per la pace. Quanta violenza nella nostra società, quante guerre nel mondo!”. “Non cadiamo nell’indifferenza. Impegniamoci per la pace, seriamente. Promuoviamo una cultura di pace, senza strumentalizzazioni ideologiche. Gettiamo semi di pace con il nostro comportamento, favorendo là dove viviamo relazioni improntate al rispetto, al dialogo, al superamento di contrapposizioni e discordie”, l’esortazione di mons. Lovignana.