“La Calabria ha una storia e una tradizione ricca, ma non possiamo limitarci a guardare al passato con nostalgia. Dobbiamo credere nelle nostre potenzialità e impegnarci con determinazione. Non dobbiamo lasciarci scoraggiare dalle difficoltà, ma continuare a lavorare insieme per il bene comune, affrontando gli ostacoli con coraggio”. Lo ha detto l’arcivescovo di Catanzaro-Squillace, mons. Claudio Maniago, incontrando i giornalisti per lo scambio di auguri – come riferisce il sito web diocesano – spiegando che la la Chiesa ha “un ruolo fondamentale in questo cammino, che non deve invadere altri ambiti, ma che deve rimanere fedele alla sua missione: custodire la speranza e la verità del Vangelo, che ci spinge a vivere la nostra fede nella carne, nelle dinamiche quotidiane, nel rispetto della comunità”. In tutto ciò – ha detto il presule – il mio impegno è quello di fare in modo che la Chiesa faccia la sua parte, non solo nel restauro della cattedrale, ma anche nel custodire e rinnovare le tradizioni e i valori che sono alla base della nostra identità. La pietà popolare, le nostre feste, devono essere conservate e curate, ma anche rinfrescate, per mantenere la loro autenticità”. Nel suo saluto mons. Maniago ha parlato di tanti aspetti che riguardano la diocesi a partire dal seminario dove attualmente ci sono sei seminaristi: è “un numero che, se confrontato con il passato, può sembrare modesto, ma rappresenta un dato positivo per una diocesi come la nostra. È una comunità vivace, con un’equipe formativa competente. I ragazzi trovano un luogo di discernimento sano e una formazione solida. Negli ultimi tre anni ho avuto la gioia di ordinare otto sacerdoti e a gennaio se ne aggiungerà un altro. È una grande ricchezza per la diocesi e una gioia immensa per un vescovo”. La diocesi catanzarese ha circa 130 sacerdoti: otto quelli ordinati da mons. Maniago nei tre anni di episcopato. E poi il restauro della cattedrale “cuore della città”, un “punto di riferimento spirituale e simbolico per la comunità di Catanzaro. È un luogo che, nella sua storicità e bellezza, deve rimanere vivo e fruibile, non solo come luogo di culto ma anche come punto di aggregazione per la città e per i fedeli”, ha detto l’arcivescovo.