“Non spegniamo la speranza”. È l’esortazione contenuta nel messaggio che il vescovo di Cuneo-Fossano, mons. Piero Delbosco, ha rivolto alla comunità diocesana per le festività natalizie.
Nel suo scritto, il presule richiama “il mistero del Natale: Dio bussa alla nostra porta, in punta di piedi e attende i nostri sogni; attende che anche noi ci muoviamo con Lui; attende una nostra decisione; attende che eleviamo il nostro sguardo verso il cielo, verso il futuro, con tanta speranza”. “Proprio la speranza è il tema del grande Giubileo del 2025 ormai alle porte”, sottolinea mons. Delbosco, osservando che “in tutti c’è speranza per il futuro, anche se non sappiamo cosa ci aspetta. A volte ci lasciamo prendere la mano dai fatti poco rassicuranti della storia contemporanea. Quando finiranno i conflitti in atto? Quando potremo vivere con maggiore sicurezza? Quando vi sarà una vera giustizia sociale all’insegna della condivisione? Quando smetteremo di litigare? Eppure è proprio questa virtù che ci fa vedere la meta del cammino della vita, l’incontro con Dio”. “Mettiamoci in cammino”, l’invito del vescovo che ricorda come “chi si muove va alla ricerca di un qualcosa ed è tipico di chi ricerca un senso alla vita. Percorrere strade e sentieri ci aiuta a riscoprire i valori del silenzio, dell’essenzialità, della pazienza, della fatica, della riflessione, del tempo, sempre protesi verso una metà”. “Non spegniamo la speranza dei giovani – prosegue – che guardano al futuro e stanno facendo scelte generose e ricche di intuizioni. Agli adulti chiedono spazio, fiducia, comprensione, autenticità. Non spegniamo la speranza delle famiglie e dei genitori che guidano i figli nel discernimento di valori veri e cercano d’essere loro d’esempio. Non spegniamo la speranza degli ‘operatori di pace’; sono tanti, più di quelli che immaginiamo. Le armi, le guerre, le prepotenze, servono a nulla. C’è bisogno di dialogo, di guardarsi negli occhi, di strette di mano, di abbracci”. E ancora: “Non spegniamo la speranza di chi cerca un lavoro onesto per dare serenità e sicurezza alle persone che vivono sotto lo stesso tetto. Non spegniamo la speranza di coloro che sono avanti nella vita e, senza nostalgie per un passato che non c’è più, sentono d’essere utili nel costruire il bene comune. Non spegniamo la speranza di chi chiede misericordia e perdono per errori compiuti, forse con molta incoscienza. Costoro non hanno bisogno di compassione o di giudizi affrettati. Vogliono ripartire e basta. Non spegniamo la speranza dei cristiani che vogliono essere protagonisti, attori nella Chiesa e con la Chiesa. C’è bisogno di rinnovamento e di riscoprire la forza del Vangelo del Signore Gesù”. “Ripartiamo da Betlemme, da quella grotta rifugio notturno per animali, che è stata la ‘porta’ dell’ingresso di Gesù nella storia. Non c’erano tante luci, ma c’era la Luce, la Vita, il Figlio di Dio, la ragione della nostra fede”, conclude mons. Delbosco.