“Sei nato così, di notte. Mentre il mondo dormiva e i poveri vegliavano, pensando che sarebbe stata una notte fredda come tante, faticosa come tante, o in cui restare fuori al freddo”. Comincia così il messaggio di Natale dell’arcivescovo ordinario militare per l’Italia, mons. Santo Marcianò. Ieri come oggi, con “pochi ricchi che possono addormentarsi in residenze lussuose e calde, storditi dal benessere e dall’indifferenza”, e “con tanti poveri che piangono case distrutte da guerre o calamità e altri si avvolgono nei cartoni o annaspano tra le onde, sperando di incrociare una mano che li salvi”. Ma anche oggi, scrive mons. Marcianò, alcuni ‘pastori’ vegliano: “uomini e donne pronti ad essere quella mano che salva, quel soccorso che porge una coperta, quella dedizione incondizionata che difende e costruisce pace”. Il raffronto prosegue tra “tante famiglie semplici che cercano di costruire il loro amore giorno per giorno, tra le fatiche e le gioie, accogliendo da Te il dono della vita dei figli, dei malati, degli anziani, e altri che cedono invece a una cultura che uccide o manipola la vita, con le violenze, la criminalità, gli abusi, nonché sottraendo alle Tue Mani il frutto del grembo materno o la sacralità dell’ultimo respiro. Ma anche oggi – sottolinea il presule – c’è chi, come Giuseppe, sogna un mondo in cui la vita umana sia accolta, difesa, custodita sempre, senza condizioni; e a questo sa dedicare il proprio tempo, il proprio lavoro, la propria esistenza”. “In quella piccola e povera Grotta di Betlemme, si accendeva per sempre la Luce del mondo, la Speranza nella notte. Una Luce che – ricorda mons. Marcianò – molti hanno ignorato, specie nei palazzi del potere, ma che i piccoli e i Magi avevano saputo vedere, sottomettendo a una Stella la ragione, la scienza, il potere, le capacità personali e imparando che regnare significa servire”. Il pensiero di mons. Marcianò corre anche a “tanti nostri fratelli, giovani e ragazzi, che vagano tremendamente soli, disperati, nella notte di falsi divertimenti, dipendenze e ubriacature; e nessuno sembra capire che il bene comune si deve cercare alla Luce del vero Bene di ciascuno. Ma anche oggi c’è chi opera con responsabilità, anche a livello scientifico e istituzionale, e sa edificare comunità sociali sulla roccia della verità e della giustizia, della solidarietà e della fraternità”. “Ti ringraziamo, Bambino Gesù, – conclude il messaggio – perché Tu nasci ancora in ogni notte. E nasci anche attraverso i nostri militari: mani che salvano e soccorrono, braccia che accolgono e proteggono, menti che cercano la giustizia e la pace, cuori che difendono e sanno stare vicini… vite che custodiscono la vita, ogni vita, che, come la Tua, accende la Speranza nella notte”.