“Con l’augurio di vedere, amare e sperare per noi, per le nostre famiglie, per le nostre città e i paesi, e per il mondo intero, ciò che non è ancora e ciò che sarà”. Questo il breve pensiero augurale con cui il vescovo di Novara, mons. Franco Giulio Brambilla, accompagna i versi dello scrittore francese Charles Péguy scelti dal presule alla vigilia dell’apertura del Giubileo 2025 perché della Speranza. In “Il portico del mistero della seconda virtù”, Péguy scrive:
“La Fede è una Sposa fedele.
La Carità è una Madre,
una madre ardente, piena di cuore.
O una sorella maggiore che è come una madre.
La Speranza è una bambina da nulla.
Che è venuta al mondo il giorno di Natale dell’anno scorso.
…
Perché la Fede non vede che quello che è.
E lei vede quello che sarà.
La Carità non ama che quello che è.
E lei, lei ama quello che sarà.
…
La Speranza vede quello che non è ancora e che sarà.
Ama quello che non è ancora e che sarà.
Nel futuro del tempo e dell’eternità”.