“Ricorrono quarant’anni dall’antivigilia del Natale 1984, quando una bomba squarciò i vagoni del treno rapido 904 che percorreva la grande galleria dell’Appennino. Fu una strage spaventosa, di impronta terroristico-mafiosa, come avrebbe accertato la magistratura”. Lo ha dichiarato il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione del 40° anniversario della strage del Treno rapido 904.
“Sedici vittime, quasi 300 feriti. Distrutta la vita di donne e uomini inermi, che tornavano per le festività nelle loro terre d’origine.
Anche tre bambini fra le vittime di tanta disumanità”, prosegue il Capo dello Stato, sottolineando che fu “ancora una volta, il tentativo era attentare alla pacifica convivenza del Paese”. “Si allungava la catena dei criminali attentati ai treni, in continuità con le stragi compiute dall’eversione nera. Una strategia di intimidazione e destabilizzazione che la mafia avrebbe replicato contro la Repubblica anche nel decennio successivo”, commenta Mattarella. “Il primo, intenso pensiero è rivolto ai familiari e a tutti coloro che da allora hanno portato il peso del dolore più intimo e incancellabile. La solidarietà che oggi si rinnova – rileva il presidente – trova le sue radici nella risposta che il popolo italiano seppe, unito, esprimere di fronte all’attacco eversivo”. “Le Istituzioni – mette in evidenza Mattarella – seppero respingere il ricatto e difendere la democrazia grazie alla reazione civile e all’amore per la libertà degli italiani. Questo è il testimone da consegnare alle generazioni più giovani”.