“Anche nella nostra ‘epoca delle passioni tristi’ moltissimi continuano a sperare che qualcosa avverrà, che qualche personaggio ci aiuterà o che una azione comune ci porterà a migliorare la nostra vita e a conquistare qualche spazio di bene, di giustizia, di onestà, di generosità”. Lo scrive l’arcivescovo di Ravenna-Cervia, mons. Lorenzo Ghizzoni, nel suo messaggio di Natale alla diocesi. “Per esempio, da noi, nella lotta contro la sciagura dell’alluvione c’è stata tanta solidarietà, tanti hanno faticato gratuitamente per aiutare chi era oppresso e colpito. Però è vero che le speranze umane sono troppo spesso sottoposte anche al tradimento di chi commette ingiustizie o prevaricazioni e fa trionfare il suo egoismo. Tante volte il clima delle nostre comunità o degli ambienti di vita genera in noi un umore pesante e si perde fiducia negli altri o anche in noi stessi, ci si sente impotenti. Si perde speranza”.
Ricordando che “la Speranza cristiana, che noi torniamo ad annunciare ancora una volta in questo Giubileo 2025, ha però un altro contenuto e un’altra forza”, il presule sottolinea che “noi speriamo, crediamo e annunciamo che Gesù, il Cristo, il Signore risorto ci darà tutto quello che desideriamo in profondità: una vita senza fine, una vita piena, una vita colma di gioia, di pace, di luce, di amore vero, autentico, indistruttibile”. “Noi annunciamo una Speranza eterna, ma che inizia qui nella nostra storia, se ci apriamo nella fede a Colui che si è fatto uomo per noi, che ha assunto tutte le condizioni e i limiti della nostra natura, per riscattarci dalle nostre paure, dalle nostre piccolezze, dalla nostra tristezza”.