Natale: mons. Oliverio (Lungro), “dove possiamo fare del bene, facciamolo portando la gioia degli angeli, dei pastori e dei Magi venuti a Betlemme”

“Questo Natale trova una umanità in guerra e ferita; di fronte alla guerra non possiamo che sollevare un coro unanime, Pace! Cristo è ‘la nostra pace’”. È quanto scrive l’eparca di Lungro degli Italo-albanesi dell’Italia continentale, mons. Donato Oliverio, in occasione del Natale. La pace, che “invochiamo quotidianamente nella celebrazione della Divina Liturgia, è – sottolinea – dono di Dio in Gesù Cristo. Alla nascita di Cristo si udirono cori di pace. Alla sua morte egli invocò la pace del perdono. Da risorto appare ai suoi discepoli e dona la pace e lascia la pace prima di ascendere al cielo”. Per mons. Oliverio quando “tutti gli uomini e le donne vivranno da figli di Dio, la pace si espanderà in ogni angolo dell’universo. La pace non può essere data per scontata; non è ovvia. È un obbligo, o un risultato e una lotta incessante per preservarla. Non ci sono soluzioni automatiche o ricette. Sono necessarie la preghiera, la testimonianza del Vangelo e l’amore, per costruire una cultura di pace e solidarietà dove le persone vedono nel volto dei loro simili un fratello o una sorella e un amico, piuttosto che una minaccia o un nemico. Mostriamo amore misericordioso e solidale verso tutte le persone, ma soprattutto – conclude l’eparca – verso coloro che soffrono a causa della guerra, portiamo la gioia della festa della Natività di nostro signore Gesù Cristo nelle case degli orfani, nelle case degli anziani, al capezzale dei malati, ma anche lì dove c’è molta tristezza, solitudine e depressione, nelle famiglie povere, in lutto. Laddove possiamo fare del bene, facciamolo portando, nell’anima e nei fatti, la gioia degli angeli, dei pastori e dei Magi venuti a Betlemme”.

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