Formarsi alla pace e alla riconciliazione, con un focus sui giovani, e in un’ottica di sviluppo sostenibile, con lo sguardo rivolto alle comunità che si affacciano sul Mar Mediterraneo. Si chiama PeaceMed (Promuovere la pace come bene comune e potenziare le Organizzazione della Società Civile del Mediterraneo) ed è un progetto di Caritas Italiana, finanziato dal ministero degli Affari esteri italiano, steso al coinvolgimento di altri Paesi del Medio Oriente e del Corno d’Africa. Il 17 dicembre si è svolto il primo incontro online del progetto che ha visto in apertura mons. Giorgio Bertin, presidente della regione Caritas del Medio Oriente, Nord Africa e Corno d’Africa, commentare la preghiera semplice attribuita a San Francesco: “O Signore, fa’ di me uno strumento della tua pace”. Il progetto, spiega la Caritas, è volto al rafforzamento di competenze rispetto alla possibile costruzione di percorsi partecipati sulla via della pace, coinvolgendo le giovani generazioni ma, allo stesso tempo, anche coinvolgendo la governance delle organizzazioni coinvolte, nell’ottica di rafforzare una rete di relazioni regionale, che possa condividere esperienze e sfide su un tema tanto comune e urgente. In questo tempo di Avvento, a pochi giorni dall’apertura della porta Santa, Caritas italiana auspica che “questo possa essere un segnale tangibile di quella speranza concreta e organizzata di cui scegliamo di farci portatori”. Nel complesso, sono partner del progetto le Caritas e altre Organizzazioni della Società Civile di un gran numero di Paesi: Tunisia, Marocco, Egitto, Spagna, Malta, Grecia, Cipro, Turchia, Libano, Terra Santa, Siria, Giordania, Iraq, Somalia, Gibuti, e Mauritania (con l’intenzione di coinvolgere anche Algeria, Libia e Iran).