Migranti: don Buonaiuto (Interris), “accogliendo i migranti riscopriamo noi stessi”

“Ad essere sacra è la vita, non i confini. Oggi abbiamo l’opportunità di riflettere sul contributo dei migranti e sulle sfide che devono affrontare”. Gira intorno a questo assunto la riflessione di don Aldo Buonaiuto, fondatore della testata Interris.it e sacerdote della Comunità Papa Giovanni XXIII, diffusa in occasione della Giornata internazionale dei migranti. Papa Francesco, ricorda il sacerdote, “testimonia nel suo Magistero come ogni forestiero che bussa alla nostra porta sia un’occasione di incontro con Gesù Cristo. Ciascuno secondo le proprie possibilità, siamo tutti chiamati ad accogliere, proteggere, promuovere e integrare i migranti secondo i principi della dottrina sociale. All’amore materno della Chiesa, infatti, è affidato ogni essere umano costretto a lasciare la propria patria in cerca di un futuro migliore o in fuga da guerre, persecuzioni, disastri naturali e povertà”. “Difendere i diritti e la dignità dei migranti – ribadisce don Buonaiuto – significa assicurare assistenza, documenti, inserimento socio-lavorativo, ricongiungimento familiare, percorsi di regolarizzazione”. Ogni anno sono circa 300 milioni i migranti internazionali e altri 60 milioni sono gli sfollati all’interno dei confini nazionali, scrive il fondatore di Interris, e “ad accomunarli è la vulnerabilità di una condizione gravata spesso da abusi dei trafficanti, attacchi xenofobi, discriminazione, sfruttamento, privazioni e dal limitato accesso a servizi essenziali come la sanità. Nonostante le difficoltà, i migranti contribuiscono in modo significativo alla prosperità, all’innovazione e allo sviluppo sostenibile nei paesi di origine, transito e accoglienza”. Governi, associazioni e cittadini possono condividere, quindi, “l’impegno solidale per una gestione umana e ordinata della migrazione a vantaggio della comunità. La misericordia è il sentimento di compassione per l’infelicità altrui, che spinge ad agire per alleviarla. Misericordioso è lo sguardo del Papa sull’umanità ferita del terzo millennio”.

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