“Il Giubileo vuole anche aiutare a riflettere sulla cultura digitale, che nei prossimi decenni rappresenterà una vera e propria svolta antropologica”. Lo ha detto mons. Rino Fisichella, pro-prefetto del Dicastero per l’evangelizzazione, intervenendo alla presentazione, all’Università Lumsa, del volume “Giubileo della speranza”, di Francesco Antonio Grana. “Solo nei prossimi decenni – la tesi del vescovo – capiremo cosa vuol sire essere inseriti nell’intelligenza artificiale, che non è qualcosa di estraneo ma si inserisce in qualcosa che abbiamo sempre avuto. Occorre seguire con molta attenzione le conquiste tecnologiche, che sono certamente positive, ma che rischiano di far perdere la dimensione della relazione interpersonale e di schiacciare la persona in un individualismo che fa dimenticare il tempo e lo spazio per vivere in un eterno presente”. In questo contesto, per Fisichella, il Giubileo “può aiutare a riflettere, a dare un senso, a trovare spazi di silenzio per poi mettersi in cammino da pellegrini”. “Il pellegrino ha una meta, sa dove sta andando”, ha ricordato il pro-prefetto: “il Giubileo può indicate il percorso”. Primo fra tutti, il pellegrinaggio a piedi verso la Porta Santa. “Quello che faranno i pellegrini e i turisti su via della Conciliazione sara’ un percorso protetto, dove si canta e si prega”, ha spiegato Fisichella: “i turisti sono provocati a diventare pellegrini, e i pellegrini a diventare turisti godendo poi delle bellezze della nostra citta”.