Secondo il nuovo rapporto Unicef “The Right Start in Life: Global levels and trends in birth registration, 2024 update”, lanciato oggi, oltre 500 milioni – ovvero quasi 8 su 10 – di bambini sotto i 5 anni sono stati registrati alla nascita negli ultimi 5 anni, il che riflette i notevoli progressi compiuti nel garantire l’identità legale in tutto il mondo. Tuttavia, nonostante l’aumento al 77% di oggi, 150 milioni di bambini sotto i cinque anni, ovvero circa 2 su 10, rimangono non registrati e invisibili ai sistemi governativi. Il rapporto rivela anche che oltre 50 milioni di bambini, la cui nascita è stata registrata, non hanno un certificato di nascita, documento essenziale per acquisire la nazionalità, prevenire l’apolidia e garantire che i bambini possano godere dei loro diritti fin dalla nascita.
“La registrazione alla nascita assicura che i bambini siano immediatamente riconosciuti dalla legge, fornendo le basi per la protezione da pericoli e sfruttamento, nonché l’accesso a servizi essenziali come vaccini, assistenza medica e istruzione”, ha dichiarato Catherine Russell, direttrice generale dell’Unicef. “Oggi che l’Unicef festeggia i 78 anni di difesa dei diritti dell’infanzia, celebriamo i progressi compiuti da milioni di bambini nell’ottenere un’identità legale e chiediamo al contempo di intensificare gli sforzi per garantire che ogni bambino, ovunque, sia registrato alla nascita.”
I progressi globali sono stati in gran parte guidati dai Paesi che hanno dato priorità alla registrazione tempestiva, sfruttando i sistemi sanitari, di protezione sociale e di istruzione, espandendo i servizi a più sedi, digitalizzando il processo ed eliminando le tasse. L’America Latina e i Caraibi hanno raggiunto il 95%, l’Asia orientale e sudorientale il 94% e l’Asia centrale e meridionale il 78%. Tuttavia, l’Africa sub-sahariana è molto indietro, con il 51%, e rappresenta la metà dei bambini non registrati al mondo (90 milioni).