Questa mattina è mancato Riccardo Bonacina, il fondatore di “Vita”. “Un grande maestro e amico per tanti di noi che, come me, insieme a lui hanno percorso un lungo tratto di vita che non si può definire solo professionale”, scrive, proprio su “Vita”, Stefano Arduini, direttore di Vita magazine e Vita.it. Dopo l’esperienza in Fininvest e in Rai, nel 1994 Riccardo fonda “Vita”, che allora in molti definirono “L’Espresso del sociale”. Il primo numero uscì il 27 ottobre 1994. “Un giornale quasi clandestino, certamente ribelle nato da ‘un moto di rabbia’, come amava ricordare, di fronte al fatto che nella dieta mediatica di allora i temi del sociale e dell’impegno civile erano considerati ancillari: buone azioni di buona gente, ma che in fondo contavano poco. Non era così. E 30 anni di storia dimostrano che quell’intuizione, costruita sulla base di un’alleanza fra un gruppo di giornalisti e un network di organizzazioni non profit (il comitato editoriale), aveva colto un bisogno reale di rappresentanza e racconto”, sottolinea Arduini.
“Riccardo è stato un uomo appassionato. Una passione che quelli che hanno lavorato con lui hanno toccato con mano quotidianamente, nella sua intensità e radicalità, nel modo di fare giornalismo e nel racconto sociale di cui, di fatto, è stato l’inventore nel nostro Paese. La stessa passione e la stessa radicalità le metteva nelle relazioni umane, coltivate con cura delicata e con cultura profonda, ma mai esposte, mai sbandierate. Così come mai sbandierata era la sua fede. Che considerava una grande fortuna nell’affrontare con realismo e fiducia le sfide e le difficoltà della vita”, conclude Arduini.