La mensa scolastica è uno strumento essenziale per contrastare le disuguaglianze. Lo sottolinea Save the Children in un comunicato nel quale osserva come “il servizio rappresenta infatti una chiave per combattere la povertà alimentare, garantendo un pasto sano ed equilibrato alle bambine e ai bambini, e allo stesso tempo contrastare la dispersione scolastica, attraverso l’estensione del tempo pieno”.
“In Italia 1,29 milioni di bambine e bambini, pari al 13,8%, vivono in povertà assoluta. La mensa scolastica dovrebbe costituire un Livello essenziale delle prestazioni (Lep) per tutti gli studenti e le studentesse della scuola primaria, senza discriminazioni e differenze, assicurando almeno un pasto sano ed equilibrato una volta al giorno a ogni bambino e bambina”, ha dichiarato Giorgia D’Errico, direttrice delle Relazioni istituzionali di Save the Children Italia, aggiungendo che “le forze politiche colgano l’occasione della Legge di bilancio per fare un primo passo in questa direzione, superando divari e ritardi, con l’introduzione di un ‘Fondo per il contrasto alla povertà alimentare a scuola’, destinato ai Comuni che utilizzano una quota del proprio bilancio per consentire l’accesso alla mensa agli studenti della scuola primaria appartenenti a famiglie che, a causa di condizioni oggettive di disagio economico, non riescono a provvedere al pagamento delle rette”.
Secondo i dati Eurostat, ricorda l’Ong, nel 2023, il rischio di povertà o esclusione sociale ha colpito il 27,1% dei minori in Italia, a fronte del 22,8% del totale della popolazione. Nel 2021 il 4,9% dei minori di 16 anni viveva in una famiglia con difficoltà economiche tali da impedire l’acquisto del cibo necessario, una quota che saliva al 7% nel Mezzogiorno. Inoltre, il 2,5% dei minori di 16 anni non consumava almeno un pasto proteico al giorno perché la famiglia non può permetterselo. Inoltre, nell’anno scolastico 2022-2023, solo il 57,5% degli alunni della scuola primaria ha utilizzato il servizio mensa, con forti disparità territoriali. Si passa infatti dalla Sicilia, dove solo il 12,7% degli alunni della primaria ha frequentato la mensa, alla Liguria, dove la quota si attesta all’86,4%. Le quattro regioni con la percentuale più bassa si trovano tutte nel Mezzogiorno: Sicilia (12,7%), Puglia (18,5%), Campania (24%) e Molise (27,8%), mentre le regioni con le percentuali più alte sono Liguria (86,4%), Toscana (84,7%), Lombardia (82,9%) e Piemonte (82,4%).
“Favorire il pieno accesso alla mensa scolastica su tutto il territorio nazionale – ha concluso D’Errico – significa contribuire al contrasto della povertà alimentare e al superamento delle disuguaglianze, per far sì che tutti i bambini e le bambine abbiano pari opportunità a prescindere dalla loro condizione socio-economica o dal luogo in cui vivono. Chiediamo al Governo e al Parlamento un impegno in questa direzione”.