A metà del 2024 il numero di persone in fuga da guerre, violenze e persecuzioni nel mondo era di 122,6 milioni di persone e a fine anno saranno oltre 130 milioni. Di queste, più di 68 milioni rimangono all’interno del proprio Paese, mentre il 69% si sposta in Paesi confinanti, tre su quattro in Paesi a basso e medio reddito. Solo una piccola frazione inizia un lungo e pericoloso viaggio verso l’Europa: sono stati infatti poco più di 520 mila gli ingressi irregolari in Europa tra il 2023 e i primi nove mesi del 2024 mentre più di 1,5 milioni sono state le richieste d’asilo presentate nello stesso periodo (+20%). Sembra esserci però una inversione di tendenza nei primi dati del 2024, con 449.000 richieste e un calo del 5%. Da anni sono la Siria e l’Afghanistan i principali Paesi di origine di chi ricerca rifugio nell’Ue. Per quanto riguarda l’Italia al 1° gennaio 2024 vivono qui meno di 414 mila cittadini non comunitari con permesso di soggiorno per motivi di protezione e asilo, lo 0,7% di tutta la popolazione. Nel sistema di accoglienza ce ne sono 138.000, tra richiedenti asilo, rifugiati e migranti. Nei primi otto mesi del 2024 hanno chiesto una qualche forma di protezione internazionale 109.000 persone, una cifra in aumento (+32%) rispetto all’anno precedente. Ma nel 2024 è però crollato il numero di rifugiati e migranti che hanno raggiunto il Paese dal Mediterraneo: 54mila sbarcati, il 61% in meno rispetto al 2023. Sono alcuni dei dati contenuti nell’ottava edizione del Report della Fondazione Migrantes su “Il diritto d’asilo” (Editrice Tau 2024, pp. 424), a cura di Mariacristina Molfetta e Chiara Marchetti.
Diritto d’asilo “sempre più a rischio”. Il volume denuncia: nell’Unione europea e in Italia “il diritto d’asilo è sempre più a rischio”, nonostante i conflitti in Medio Oriente, in Ucraina e il cambiamento climatico. “Non sono invece altrettanto celeri le nostre risposte alle cause profonde di queste migrazioni forzate, e troppo poche le autorità di governo e le istituzioni che, con serietà ed autorevolezza, intendono perseguire obiettivi di pace e giustizia, mentre prosegue una folle corsa agli armamenti”, si legge nel report, che giudica anche il “nuovo” Patto europeo sulla migrazione e l’asilo “un compromesso al ribasso”.
Nell’Ue allargata -39% flussi irregolari nel 2024, in aumento verso Canarie e altre frontiere. L’Unione europea “allargata” vede nei primi otto mesi del 2024 in netta diminuzione i flussi “irregolari” in entrata di rifugiati e migranti ai suoi confini esterni: -39% rispetto allo stesso periodo del 2023. Risultano però in forte aumento i flussi sulle rotte dell’Africa occidentale verso le isole Canarie (+123%), del Mediterraneo orientale (+39%) e, sia pure su una scala assoluta molto più ridotta, della frontiera di terra orientale (+193%).
Gli arrivi in Italia: 54.000 sbarcati nel 2024 (-61%). Nel 2024, dopo quattro anni di crescita è crollato il numero di rifugiati e migranti che hanno raggiunto il Paese dal Mediterraneo: fra gennaio e la metà di ottobre si contano 54 mila sbarcati, il 61% in meno rispetto allo stesso periodo del 2023. Quest’anno prevalgono arrivi dal Bangladesh (quasi 10.800) e dalla Siria (10mila circa); in terza posizione la Tunisia. La Libia è tornata ad essere il primo Paese di partenza: alla fine di luglio 2024 erano quasi 20mila gli arrivi, contro i 12mila dalla Tunisia.
Più respingimenti verso la Libia. Cresce il numero di migranti e rifugiati intercettati dalla cosiddetta “Guardia costiera” libica e deportati in un sistema organizzato di miseria, vessazioni, taglieggiamenti e violenze: nel periodo gennaio-agosto 2024 ne sono stati fermati in mare 16.220, contro i 17.190 di tutto il 2023.
Vittime del mare: 1.342 da inizio anno, 1 caso ogni 40. Alla fine di agosto 2024 la stima (minima) dei rifugiati e migranti morti o dispersi nel Mediterraneo ha raggiunto le 1.342 unità, di cui 1.053 nel Mediterraneo centrale. Oggi il rischio di perdere la vita sulla rotta è pari a 1 caso ogni 40 arrivi (era stato di 1 ogni 63 nel 2023). Dal 2014 al settembre 2024 hanno perso la vita o sono rimasti dispersi in un percorso migratorio internazionale più di 68 mila migranti e rifugiati. Le Ong hanno salvato quest’anno 6.200 vite, un quinto degli sbarcati in Italia.
Rimpatri dall’Italia: solo il 44% degli ingressi nei Cpr nel 2023. Nel 2023 in Italia l’incidenza dei rimpatri effettivi sul totale degli ingressi nei Cpr, i Centri di permanenza per il rimpatrio, è pari a uno stentato 44% (2.987 rimpatriati su 6.714 ingressi), al termine di un trend decennale in flessione. Fra il 1° gennaio e il 27 ottobre 2024 sono stati 4.514 i migranti rimpatriati dall’Italia, con un aumento del 15% rispetto al 2023 e del 34% rispetto al 2022.
Dinieghi: il 62% delle domande, in crescita. Nel primo semestre 2024 le Commissioni territoriali per l’asilo hanno esaminato circa 37.400 richiedenti, riconoscendo circa 3.000 status di rifugiato, 5.000 protezioni sussidiarie e 6.000 status di “protezione complementare” (protezione speciale e permessi per cure mediche), ma anche pronunciando 23.400 dinieghi, pari al 62% di tutte le domande esaminate in Italia. Un dato cresciuto negli ultimi anni.
Minori soli in calo: 20.039 in Italia (-11%). Sono 20.039 minori stranieri non accompagnati (Msna) “presenti” in Italia alla fine di agosto 2024. Si tratta di 17.608 ragazzi e bambini (88%) e 2.431 ragazze e bambine (12%). Un anno prima, alla fine d’agosto 2023, si contavano in totale 22.599 minori: in un anno la diminuzione è stata dell’11%. 3.525 di loro si sono allontanati dall’accoglienza nel primo semestre 2024: sono soprattutto tunisini, guineani ed egiziani, quasi tutti maschi e per tre quarti con più di 16 anni.
Vittime di tratta: nel 2024 l’Italia ha assistito 1.737 vittime di tratta (fino a settembre), il 60% donne, oltre a un 6% di persone transessuali. Nel 2023 erano state 1.899. Dal 1° gennaio al 31 luglio il Ministero dell’Interno conta 6.284 permessi di soggiorno per cure mediche e protezione delle vittime di tratta, di violenza domestica, di grave sfruttamento lavorativo o di calamità naturali.
Corridoi umanitari: in dieci anni 7.831 persone, di cui 6.807 in Italia. Nel 2024, fino al mese di luglio, sono state accolte in maniera protetta 1.525 persone, di cui 600 nei corridoi umanitari e 863 con iniziative di evacuazione umanitaria. Dal febbraio 2016 al settembre 2024, grazie all’impegno di diverse realtà associative e religiose e a protocolli sottoscritti in vari Stati, l’esperienza dei “corridoi umanitari” ha permesso di raggiungere l’Europa in sicurezza a 7.831 persone, di cui 6.807 solo in Italia.