“La vita è sacra. Non possiamo rimanere indifferenti di fronte alla vita minacciata di chi difende i diritti umani e ambientali: non solamente i leader, ma anche le altre persone assassinate e di cui non si ha notizia”. A lanciare l’appello è stato il card. Jaime Spengler, arcivescovo di Porto Alegre in Brasile, intervenuto alla campagna di solidarietà “La vita è appesa a un filo”, presentata in sala stampa vaticana e lanciata alla vigilia della Giornata internazionale per i diritti umani. “Molti leader sociali e attori civici sono a rischio”, ha denunciato il neocardinale: “proprio come dice lo slogan della campagna, le loro vite sono molto fragili, appese a un filo. Il sangue di centinaia di assassinati in America Latina e nei Caraibi reclama giustizia, e noi non possiamo rimanere indifferenti. Abbiamo il dovere di conoscere le loro storie e di accompagnarli nei loro sforzi per denunciare la cultura della morte che deriva dal modello economico capitalista ed estrattivista, e dai criminali internazionali alleati con il narcotraffico, realtà durissima in molti Paesi dell’America Latina e non solo, senza dimenticare la minoranza indigena. Non sono morti invano, ma per difendere i diritti dei più poveri e la nostra casa comune”. Di qui la necessità di “ricostruire il tessuto sociale con azioni di sensibilizzazione”, come la Giornata di domani, “opportunità per promuovere un cammino di dialogo, di fraternità e di amicizia sociale e di promozione della giustizia per risolvere i conflitti”. “L’amicizia sociale a cui ci invita il Papa – ha spiegato Spengler – è un cammino per una politica migliore. Tutti siamo fratelli e sorelle, figli di un unico Dio che è padre e madre, soprattutto i più vulnerabili. In nome del Vangelo non possiamo rimanere zitti davanti alle ingiustizie. Le nostre nazioni soffrono una disuguaglianza sociale ed economica che grida giustizia e a causa del Vangelo, e che ci chiama alla testimonianza e alla responsabilità”.