“Una diocesi complessa, ma antichissima, che raccoglie millenni di storia della Chiesa e ha potenzialità enormi”. Così mons. Baldassarre Reina, vicario generale del Papa per la diocesi di Roma – che questo pomeriggio riceverà la berretta cardinalizia insieme ad altri 20 suoi confratelli dalla mani del Papa – definisce la chiesa di Roma, durante l’incontro con alcuni futuri cardinali organizzato in sala stampa vaticana in vista del Concistoro. “Poi ci sono anche le difficoltà”, dice Reina ai giornalisti: “Roma è una città al cui interno si riversa ogni giorno – e non solo per il Giubileo – il mondo intero, e questa è un’opportunità enorme: respiriamo il mondo stando a Roma”. “Con lo sguardo alla Chiesa universale ci troviamo a servire una Chiesa particolare”, le parole riferite al mandato cardinalizio: “Papa Francesco ci ha fato una linea molto chiara, quella di una Chiesa sinodale, che parte dalle periferie: una Chiesa più snella, più povera e proprio per questo ancora di più affascinante”. Quanto al mondo in cui si appresta a svolgere il compito affidatogli dal Santo Padre in una città come Roma, alla vigilia del Giubileo, Reina confida: “La trepidazione c’è ed è tanta, però mi sento sereno, perché a condurre la Chiesa è il buon Dio, noi siamo semplici strumenti. Il Santo padre ci ha dato una linea netta e precisa: noi ci collochiamo sulla scia del suo magistero e proviamo a fare la nostra parte. A Roma c’è stata una lunga scia di cardinali vicari, fino al cardinale De Donatis: io mi inserisco in questa grande storia con la mia piccola esperienza, provando a fare la mia parte”. “Non ci stanchiamo di coltivare la cultura pace”, l’impegno in un mondo in preda alla guerra: “Oggi – l’analisi di Reina – sembra che l’unico linguaggio possibile sia la guerra, la violenza, la legge del più forte. Con la guerra perdiamo tutti e noi, con il Santo Padre, non ci stanchiamo di dirlo. L’unica causa possibile è la pace: speriamo che anche attraverso la via diplomatica si possa giungere alla pace in tante aree del mondo”.