Natale 2024: mons. Bellandi (Salerno), “la luce della speranza cristiana ci abilita e sprona ad affrontare il buio che ci circonda”

“Quest’anno la solennità natalizia ci viene incontro accompagnata particolarmente – e allo stesso tempo – da due sentimenti contrastanti: dolore e ansia per le guerre che continuano a seminare morte e distruzioni; speranza e gioia per il prossimo evento giubilare ormai alle porte. Un orizzonte, quindi, oscurato anzitutto da molte tenebre nel quale, tuttavia, si apre uno spiraglio di luce, quella stessa luce annunciata profeticamente da Isaia” e che “ha raggiunto il mondo duemila anni fa con la nascita tra noi del Figlio di Dio”. Lo scrive l’arcivescovo di Salerno-Campagna-Acerno, mons. Andrea Bellandi, nella lettera per Natale 2024.
Questa “luce apparsa nell’oscurità” è “l’amore divino che si è mostrato a noi in Gesù Cristo, quell’amore che trasforma la vita, rinnova la storia, libera dal male, infonde pace e gioia. È da questo amore ricevuto che può sempre rinascere un’altra luce, quella della speranza, posta al centro del prossimo Giubileo, che secondo un’antica tradizione il Papa indice ogni venticinque anni”.
La virtù della speranza viene spesso associata, nella Bibbia, all’immagine dell’àncora. “Dev’essere, tuttavia, ben chiaro che questo nostro essere ancorati all’amore di Dio – che ci dona speranza – non significa né può giustificare una ‘fuga’ dalla realtà dolorosa del nostro tempo, come una sorta di anestetico che ci permetta di dimenticare i drammi presenti nel nostro mondo attuale. Al contrario: la luce della speranza cristiana ci abilita e sprona ad affrontare il buio che ci circonda, certi dell’amore fedele di Dio, chiedendoci fortemente di essere segni tangibili di speranza per tutti, particolarmente per tanti fratelli e sorelle che vivono in condizioni di disagio. Il Papa, nel suo documento, ricorda alcuni di loro in particolare: i detenuti, gli ammalati, i giovani, i migranti, gli anziani e, soprattutto, i poveri”, ricorda il presule.
“Àlzati, rivestiti di luce, perché viene la tua luce, la gloria del Signore brilla sopra di te”. Facendo riferimento a Isaia, mons. Bellandi esorta: “Viviamo, dunque, le prossime feste natalizie e il Giubileo che sta alle porte lasciando che la luce della speranza avvolga sempre di più la nostra vita, come preannunciava ancora Isaia nel versetto sopra citato: egli si riferisce in primis alla città santa, Gerusalemme, ma profeticamente le sue parole – attraversando i secoli – non possiamo non sentirle rivolte alla Chiesa e quindi a noi, indicando una vocazione e una responsabilità che, con la venuta di Gesù – luce del mondo – non possiamo disattendere”: “La testimonianza credente possa essere nel mondo lievito di genuina speranza, annuncio di cieli nuovi e terra nuova, dove abitare nella giustizia e nella concordia tra i popoli, protesi verso il compimento della promessa del Signore. Lasciamoci fin d’ora attrarre dalla speranza e permettiamo che attraverso di noi diventi contagiosa per quanti la desiderano”, scrive il Papa nella “Spes non confundit”.

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